La Sema, lo Semasa, La Danza Rituale L’esoterismo e l’arte di Rumi
Di
Fahredin Shehu
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Pristina
L’Astratto
L’opera di Jelaluddin Rumi, và al di là del atto, al di là della conoscenza, ed al di là del arte, cosi che l’affrontare superficialmente tutta la sua teurgia non potrebbe bastare per capirla. Lui stesso la descrive con la metafora della schiuma e del oceano, oppure con la frase … non chiedere chi sono o da dove vengo, bensì prendi quello che ho in mano ... e quello che lui ha in mano esprime i segni più evidenti dei sigilli angelici, materializzazione del celestiale nel terreno.
L’atto della SEMA inteso come uno sforzo per entrare nel orbita angelica prenderà gran parte di questo lavoro.
Il SEMAZEN , il suo significato, il suo ruolo, il preformare della semasa - danza rituale, la musica come parte complementare della semasa.
I tre livelli della conoscenza; Egsoteria, Mesoteria ed Esoteria nel opera di Rumi, la dinamica della meditazione come contrappunto, come quarta categoria del fenomeno e come terza categoria del’Estetica di Fahredin Shehu.
Classificandolo tra i geni, fa emergere la domanda; se lui appartiene o meno a questa categoria. Il considerarlo o meno tra i profeti, anche se evidentemente non raggiunge i loro livelli. Riguardo a questo mi inoltrerò nel ultima parte riferendomi alla sua arte.
La SEMA
Essa è una parola araba il cui significato è : udire, approfondire; ha un uso esteso nella lingua turca, persiana ma anche in altre lingue occidentali usata proprio per identificare la pratica Sufi, più in specifico nel indicare la danza rituale eseguita da Jelaluddin Rumi .
La sema è una Meditazione Dinamca par excellence, come concetto è stato trattato da Sri Bhagwan Rajneesh OSHO, è stato proprio lui a incorporarla nel programma di meditazione del mattino, a “OSHO” un Commune in
Paoona, India. Cosi fece anche G.I Gurdijeff , si ispirò a Rumi con le sue danze sacrali conosciute come “Gli archi Oum” Quando parliamo della meditazione, ci riferiamo alla profonda riflessione, tale stato contraddice il concetto di meditazione come atto pratico.
La meditazione è uno stato mentale “senza pernsiero” ed il clima nella meditazione si raggiunge quando svaniscono tutti i pensieri. Cosi che la SEMA è un mezzo molto efficace nel raggiungere lo stato di “senza pensiero”.
A questo punto abbiamo a che fare con lo sviluppo del intelligenza intuitiva cosi che l’istrumento usato per questa pratica il quale serve per sofisticare la tecnica è proprio l’arte della musica il quale stimola i centri energetici. Questi nel Tesauf sono conosciuti con il nome di Lataif , fino al grado della Fanà cioè il fondersi con l’essenza di Dio. Per descriverlo, Rumi dedica tutta una poesia nella sua “Mansevia” al calamo Ney il quale viene usato per risvegliare questi centri energetici. Tali centri li possiamo trovare persino nelle pratiche esoteriche della Cabala ebraica, nella tradizione Cinese ed anche in quella della Vedda dei Hindu.
Insieme al vestiario tradizionale, la musica e la prontezza degli iniziati, anche il profumo ha il suo pieno ruolo importante durante la sema. Questi elementi in gran modo influiscono nello stato psico-fisico del uomo.
La simbolica della sema -danza rituale. Ogni instante ogni momento della sema, di questa esibizione spirituale ha la sua simbolica .
La sema è la manifestazione del movimento dei corpi celesti la dove lo Sceikh cioè colui che dirige la Sema il mentore; simboleggia il sole oppure l’asse del sistema dinamico della Galassia, invece i Dervisci, gli iniziati in un movimento circolare simboleggiano i pianeti, cosi ché abbiamo a che fare con una danza celeste di unificazione con il Cosmo.
La testa del danzatore della semasa , si piega a 23°, piegamento identico al asse del pianeta Terra, questo fa si che il liquido del orecchio non si muovi perdendo cosi l’equilibrio. Un piede si mantiene fisso per terra, legato alla gravità, cosi che la linea invisibile verticale tra l’orecchio e la gamba tiene ben saldo il semasa ad non perdere l’equilibrio e cadere.
Anche le mani hanno la loro funzione: quando i palmi della mano sono rivolte una verso il celo e l’altra verso la terra. Una viene dedicata alla luna e l’altra al sole, tutto questo accompagnato con una musica composta appositamente per l’atto della Sema spesso anche vocale.
Questa musica non è il fine ma il mezzo-Lift per passare da uno stato mentale “normale” ad un altro “esaltato”.
Rumi a proposito della Sema dice:
Vedo le acque che sorgono dalle loro fonti
I rami dei cedri, che danzano come i pentiti
Le foglie, come le mani dei musicisti che battono
(Mathnawi, IV, 3265-3268)
Riguardo al movimenti dice:
Ogni cosa si muove
Gli amanti sprofondano nella fonte del amore
Nella fonte di acqua divina
Che hanno scelto
E piangono
E si lamentano
E come pietre di mulino nel cielo
non possono stare nemmeno un secondo in silenzio
Amore …
Amore …
Tu hai riempito l’Universo di tempesta.
Il mio cuore ogni notte cerca una stella
Per non farla fermare un attimo
Come me.
La Sema si pratica dai semasi vestiti di bianco, simbolo della coperta -il Cefin- con cui si coprono i defunti.
Essi sono coperti anche di un caftan nero e largo, il quale simboleggia la tomba, nella testa invece portano un cappello - Sikke alto fatto di qoha (lana lavorata) il quale simboleggia la lapide (pietra mortuaria). Lo Sceikh entra in mezzo a loro, diventando il legame tra il cielo e la terra. Cosi i semasa si aggirano a formare tre cerchi nella Semahan (posto dove si svolge la Sema) simbolo delle tre tappe del avvicinamento a Dio: la tappa della Sapienza, la tappa della Scoperta (Keshf) ed alla fine la tappa del Unificazione (Vusul) salutandosi con lo Sceikh che sta in mezzo sopra un tappeto rosso. A questo punto, i semasa gettano via la veste di caftano nero, gettando via cosi lo stato corporeo mortale per rinascere. Dallo sceikh chiedono il permesso per iniziare la Sema apprendo lentamente le mani al inizio con movimenti lenti a forma di cerchio poi aumentando sempre di più la velocità. La mano destra accoglie l’energia cosmica; la Pietà invece viene accolta dalla sinistra rivolta verso la terra per donarla a lei. Essa è passata tramite i loro cuori, cosi, dopo essere stata riscaldata dal loro amore viene donata alla terra.
Tutto questo viene accompagnato al inizio dal – Kudum- tamburi che sono il simbolo della tromba e del giorno del giudizio accompagnato con il Ney. L’insieme è formato da due semicerchi una delle quali simboleggia l’imprigionamento del anima dalle catene della materia invece l’altro quella del innalzamento verso Dio. Dopo il quarto giro della danza entra in essa lo Sceikh. Lo Semasa simboleggia il sistema solare dove lo stesso Sceikh simboleggia il sole mentre gli altri dervisci ballerini simboleggiano i pianeti. Nei istante in cui lo Sceikh inizia la danza della Sema inizia anche la melodia dello Ney il quale esprime il contempla mento del Unione. Quando lo Sceikh ritorna al suo posto la danza della Sema si interrompe iniziando cosi la recita del Santo Corano, cercando con essa di esprimere la risposta di Dio per i danzatori della Sema. Alla fine si procede al saluto e al invocazione di Dio “HU” perche solo a Lui viene dedicato quest’adorazione.
Riferendosi al Ney, Rumi si esprime con queste parole: “Chiesi allo Ney perche piange, esso mi rispose che lo avevano sottratto dallo Neystan, da allora non puo vivere senza piangere e soffrire.”
Lo scopo della Semasa, è l’unificarsi con Dio (Vusul) attraverso il completo abbandono.
Il Semasa –è la persona che esegue la danza della Sema, si sa che questa è una tecnica molto complicata. La Semasa ha u obbiettivo molto preciso, ed è quello che lo sceih suo mentore arrivi al unificazione con Dio. Il legame Murid e Mushrid , è basato nella totale dedica, abbandono del quale lo guida un Murid di 1001 notte nella Tarika Mewlewi (obbiettivo del quale resta quello del trattamento del ego fino al suo completo svanimento), prima della reale iniziazione esso deve servire in ogni modo tutti i presenti nella sala (tekke: apposita sala della tarika). Dopo di che il Murid deve abbandonarsi completamente agli ordini del Murshid dato che lui conosce a fondo il grado spirituale e l’affinità del Murid cosi che sarà capace a guidarlo al meglio in questa strada non tanto facile bensi difficile e complicata. Il Murshid lo guida in tutte le tappe della crescita spirituale, in questo caso abbiamo a che fare con una scuola speciale volta ad sofisticare lo spirito alla psicologia strettamente individuale.
I tre livelli della conoscenza: Egsoteria, Mesoteria, ed Esoteria
Prima di addentrarci nel opera di Rumi ci soffermeremo brevemente nelle tre categorie epistemologiche, gnoseologiche, conosciute nel Islam come parte del Irfan;
Egsoteria, Mesoteria e l’Esoteria, rispettivamente appartenenti a categorie di gente chiamati anche gli Ahli Zahir, Ahli Batin ed Ehli Keshf. Il linguaggio usato da Rumi nelle sue opere, ed anche da altri come Muhyuddin Ibn Arabi, Ibn Al Farid, Yunus Emre e specialmente Mensur Hallajjit ecc. Questo e stato il linguaggio dei livelli epistemologici il quale non di rado ha avuto fraintendimenti. Tale fu il caso di Tallajji il quale venne castigato per la sua celebre frase: Enne el Hakk-Io sono Il vero, io sono Dio, fatta in uno stato di esaltazione mentale dove il suo ego era fuso nel essenza Divina (Fana Fillah) il quale per lo Zahir (nel aspetto dello Sheria) esprime uno chiaro detto di Shirk (idolatria, paragonare a Dio un compagno nella Sua Potenza) però espresso nella lingua del Batin (nascosto, mistero, celato) esprime il senso del raggiungimento della Fenna (estinzione).
L’opera di Rumi si caratterizza dai suoi livelli di intendimento intesi come Ottavi termine definito da G. I Gurdijjef nella sua opera “ Alla ricerca del miracolo – Citazioni tratte dagli insegnamenti occulti” di Pyotr Damyanovich Ouspensky . Tali concetti risultano essere accessibili sia a dei bambini narrategli come episodi di un racconto che a degli esperti studiosi della materia esoterica di Rumi ( il grado di egsoteria). Lo stesso vale anche per coloro che cercano l’ispirazione nella sua arte letteraria (grado mesoterico) ed per gli altri facenti parte della Tariqqa i quali vanno a cercare il profondo senso e anche la strada del elevazione spirituale tramite la “Mesvevia” di Rumi specialmente nel suo terzo ed quarto volume (grado di esoteria).
Cosi Rumi riesce a creare una meravigliosa sintesi delle diverse categorie della conoscenza e della pratica, “In essa la Spiritualità e l’Etica universale hanno trovato una sana sintesi”
Al inizio di questo saggio menzionammo l’opera di OSHO e la Meditazione Dinamica il quale senza dubbio sorge dal opera di Rumi e dalla tecnica della Sema, è un contrappunto in relazione alla musica, l’atto e il non atto, rispettivamente il ritrovamento dello Zero Assoluto nel essenza della persona. Una simile composizione sinfonica degli atti creativi esprime un contrappunto il quale accerchia l’Opera di Rumi composta da:
• L’atto della scrittura artistica sacrale, trascendentale, Teurgico (attività letteraria);
• L’atto della musica sacrale, (inteso come lo Ney);
• L’atto della meditazione (lo Sema);
• Il trasmettere del impulso cosmico dal orbita celeste a quella terrestre, tutto questo tramite l’Ashk (amore, passione) e di tutto il fenomeno di Rumi.
Trattando il fenomeno Cosmico , ci riferiamo alla trasformazione del’energia Divina in un linea verticale, in un rapporto terrestre per il raggiungimento dei più alti livelli Celesti; poi a quello di addetto- Eulia (che deriva da Weli in arabo amico di Dio)-questo è un grado al di sotto di quello dei Profeti vettore diretto dalla terra verso il celo, invece rapportato ai Profeti questo vettore si trasforma dirigendosi dal celo alla terra, facendo distinzione tra l’Ihlam (Ispirazione) ed il Wahi (Rivelazione Profetica) il quale nel “Estetica dello Nun” si posiziona nei gradi della Sapienza, Atre, Teurgia e della Rivelazione.
In questo modo si esprime la dinamica della meditazione, la Sema, fino al raggiungimento dello Zero assoluto, il punto della meditazione silenziosa, la meditazione assoluta. Lo Zikr-i-Hafi ed lo Zero assoluto sono due estremi dello stesso modello, dello stesso obbiettivo, perché Meditare significa “non fare”.
Spesso ho sostenuto in diverse opere precedenti che …”Ci manca un vocabolario terrestre per questioni Celesti”, Questo aspetto è stato esaurito dallo stesso Rumi tramite la poesia la quale dà la libertà di espressione del occulto, del al di là, la quale nasconde in sé i misteri dei livelli epistemologici e quelli intuitivi del pensiero laterale , logico ed gnoseologico.
L’Arte di Rumi
L’Arte di Rumi è rimasto monumentale, sia nel contenuto nei volumi e nel essenza. Si tratta di uno dei poeti più prominenti di tutti i tempi nella sfera del trascendentale sia in Oriente che in Occidente. Per quanto riguarda l’Islam gran parte delle opere dei Suffisti contengono accenni tratti dalle opere di Rumi, dalla sua epoca e fino ad oggi, non si può fare a meno di pensare che cosi sarà anche nel futuro.
Le opere di Rumi si rivelano essere prospere, qualitative, uniche. Sono accettate largamente da tutte le parti del mondo.
Inizialmente furono commenti del Santo Corano, poi proseguirono i commenti delle opere di Sena, Attar, Ibn Arabi formulate in maniera poetica con una splendida originalità del poeta.
La sua opera più voluminosa contenente trenta sei mila versi si chiama “Diwani Scemsi Tabriz”, principalmente si tratta di liriche dove esprime uno speciale legame con Shemsi Tabriz nella creazione di quest’opera gigante.
Una delle opere senza dubbio più note del autore è la “Mathnawi i Ma’nawi” lavorò su essa per ben dodici anni anche se alla fine rimase un opera incompiuta. L’opera venne scritta per richiesta di Husamedni Qelebi ed è composta da ben ventisei mila versi. Essa ha un carattere didattico al fine di guidare l’iniziato verso un cammino spirituale facendo uso anche delle narrazioni della tradizione Sufi.
Il poeta perso Jami scrive che il “Methnawi” sarebbe il Corano nella lingua Persa. Esso venne tradotto in molte lingue occidentali, lo fecero conoscere soprattutto Whinfield, Profesor R. A. Nicholson, A. J. Arberry, Annemarie Schiemmel, Eve De Vitray Meyerovitch, Camille e Kabir Helminski con le perifrasi di Coleman Barks ecc.
Nella lingua Bosniaca i primi due volumi con i commenti vennero tradotti da Feizullah Hadibairic, invece gli alrti volumi vennero tradotti dalla lingua inglese proprio dai volumi che E.H.Whinfield traduse dal perso.
La terza opera poetica sono le “Rubaijjat”, la quale non riuscirono a divenire popolari come successe con le “Diwani” e “Mathnawi”. Ancora una volta vennero fatte conoscere al Occidente da A.J Arberry.
L’opera prosaica “FIhi ma Fihi” tratta i discorsi più intimi nei diversi aspetti della vita spirituale e della sua personalità, caratteristica questa che non emerge nelle sue opere poetiche. Sono discorsi raccolti dal figlio ed dai murid.
Mekatib è un'altra opera prosaica, la quale è una raccolta delle lettere inviate ai suoi amici tra i quali anche Salah el Din Zarkub. Da esse vengono rivelate aspetti della sua vita privata.
Anche l’opera “Majalis-l sab’ah” è una prosa la quale è composta dalle prediche e dalle lezioni tenutesi nella dergah. Le prediche si rivelano essere dei consigli, esse si distinguono dallo stile di narrazione.
L’influenza di Rumi nelle opere di molti artisti.
Eesso funge da ispirazione permanente non solo nelle opere letterarie ma anche nei saggi di studio, presentazioni artistiche della Sema, senza tralasciare la sua influenza anche nella musica. Nella letteratura, quest’influenza si può notare fortemente nei autori come Muhamed Iqbal e Khalil Gibran, nella pittura si può notare nelle opere di Muhamed Farschian, Istafil Sirche nella caligrafia, Maurice Bejart nel balletto. Si può dire che nella musica la sua influenza è stata molteplice, dalla tradizione della cultura Sufi in Turchia citando qui nomi come Omar Faruk Tekbilek, Ercan Irmak, Kudsi Erguner, Kani Karaca, Ahmet Ozhan, spostandoci in Iran citando nomi come Iran Shahram Nazeri, Shahram Shiva, Muhamed Eghbal, in Israele: Noa. Posiamo trovare anche un esempio di come la musica Sufi viene trasposta nella musica elettronica di Mercan Dede .
Riferendoci a Mercan Dede, il quale palesemente dimostra la sua ispirazione nella opera di Rumi, posiamo dire che con il suo straordinario talento lui è stato capace di presentare la sua arte sia nei strumenti folcloristici che quelli elettronici unificando cosi armonicamente sia il tradizionale che il contemporaneo. Rivelandosi in prima linea nei tentativi di creare l’armonia dal tempo della paura e della violenza nel mondo allo stesso tempo promovendo Rumi al pubblico contemporaneo forse più di quanto hanno potuto fare Prof. Nicholson, Arrbery, Annemarie Shchiemmel, Eve De Vitray Meyerovich, Coleman Barks ecc. con i loro studi, traduzioni delle sue opere e le loro performance. Mercan Dede spesso cita Rumi: se sei da per tutto non sei da nessuna parte, se sei in un posto sei da per tutto , e il mio da per tutto è dentro il mio cuore, termina Dede.
Trecento anni dopo la scomparsa di Rumi, la sua opera continua ad essere una fonte inesauribile nella quale si sono dissetati e si disseteranno molti ricercatori della via Divina sia tramite l’Arte la Fede o la Scienza.
Conclusioni
Nel Epistemologia sacrale degli Hindu esistono tre scuole di pensiero: la scuola del Karma oppure del Opera, la scuola della Diana oppure Sapienza ed la scuola di Bhakta cioè del Amore per arrivare fino alla conoscenza e vicinanza con Dio.
Nel Suffismo tutte queste scuole di pensiero vengono unificate in quel atto santo che si chiama Vita ed in fine il Suffismo termina con il ASHK l’Amore, secondo l’Induismo chiamato Bhakta.
Tra le tante definizioni fatte a Rumi come un grande artista, un profeta, un santo, considero che il migliore tra tutti questi sia quello che lui stesso si e definito nella poesia L’uomo di Dio .:
L’uomo di Dio è:
Felice senza aver bevuto vino
Sazio senza aver mangiato carne,
Stupito di ogni cosa
E che non gli importa del bimish
l’uomo di Dio è:
Il re del tempo-derviscio
è il tesoro tra le macerie
Non è di terra, non è di vento
Non è di fuoco, non è di acqua
Esso stesso è il mare magnanimo
L’uomo di Dio è:
La luna del giardino in primavera
L’uomo di Dio
Diventa saggio dalla verità
Bibliografia:
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Meyerovitch, Eve De Vitray, "Rumi i Sufizam", Kaderjsko- Bedevijska Tekija, 1995.
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Fonti elettronice dal WEB utilizzate per questo studio:
http://www.semazen.net/eng/sp.php?id=3&page_id=1&menu_id=id3
http://www.dar-al-masnavi.org/
http://www.sacred-texts.com/isl/masnavi/
http://www.britannica.com/eb/topic-369314/Mathnawi-of-Jalaluddin-Rumi
http://libraries.theeuropeanlibrary.org/Turkey/treasures_en.xml
http://www.whirlingdervishes.org/whirlingdervishes.htm
http://www.mevlana.net/sema.htm
http://www.mevlana.org/
http://www.khamush.com/
http://www.omphaloskepsis.com/collection/
Poetry is the Act of crystallizing the Fluid of Soul into Word---Poezia është akt i kristalizimit te fluidit shpirtëror në fjalë ©Fahredin Shehu