Thursday, September 22, 2011

Maria Gadú - Shimbalaiê

The womb of art


It appears that I’m back,

several centuries;

to realize why Farsi poets had such a passion.



It seems I’m here to once again taste

that flavor; where mundane and

divine are delicately spreading; the nuances

as in Isfahan carpets.



It looks like the tune is sending me

as time machine back to the birth of secret

of nightingale to a rose; manifests

at the blast of the moment



It tells that I must come again,

to pass the bridge 33; the resemblance

of Kinvat.



It seems I have word no more,

to compare “Here” and “There”, and

finally got muttered.





Hotel Abbasi

19. 09. 2011.

Isfahan, Iran



Wednesday, September 14, 2011

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Le reti Di Dedalus CHECKPOINT POETRY



Anno VI - Estate 2011


FAHREDIN SHEHU







Le mie piogge e i miei venti





Ventosa polvere di stelle



Auguri completamente dispersi



Tu aspetti



Il sacrificio del piccione;



bianco come neon



Lei vola sopra la nostra testa



Costruisce il nido



Per la progenie della Libertà





Ti bacio nel punto



Dove la stella ha sigillato



La pelle avvolta



Per vedere l’invisibile





Il tuo vestito



Un abito pesante



Broccato in oro e platino



Mussola intrecciata con damasco



Dappertutto





Sprigiona profumo di Oud (1)



E infonde una calda brezza orientale



Nel mio corpo occidentale



Vittima della Croce





Qualcuno vuole



Che prevalga la pace nel nostro regno



Qualcuno vuole leggere i miei scritti



Proprio come essi desiderano leggerli





Un qualcosa che vola con leggerezza



Terre davanti alle spiagge



Noi divertiti e sconcertati



Nel sopportare i passati esteriori



Siamo



Silenziosi come una pietra



Eretta nella Terra di mezzo





Ogni tipo di spezie e di specie



Anche anche di pezzi e di fette (2)



Originali e mescolati



Parola per parola



Con infinita gratitudine



Calici di ambrosia



Beviamo in nome del Supremo



Stasera piogge e venti si sono calmati.





(Traduzione di Mario Rigli)





1. L’Oud è uno strumento a corde orientale. Una leggenda araba attribuisce all’oud una storia illustre, che risale alla notte dei tempi, attribuendone l’invenzione a Lamak, nipote di Adamo ed Eva. Secondo gli storici musicali, progenitori dell’oud risalgono all’antico Egitto.

2. Questi due versi: “All kinds of spices and species / Even slices and pieces” per la rima ed il gioco di parole sono di difficile resa in italiano.







Il sorbetto della Divinità

per coloro che ho incontrato



Arbor aveva paura,

Da uno sconosciuto di passaggio

Ho dato da mangiare al canarino mentre

Cantavano all’unisono

Spaventati volarono via

Uno sconosciuto mi si avvicinò

Stavo per svenire

Il terreno cremisi

Fece slittamenti tettonici

Noi abbiamo avuto paura di morire



Essa vive lontano

Eppure lei vive col mio

Respiro e la mia anima

Si irradia nel suo spirito

Essa ricorda il giglio

Che ho portato dal giardino

Della certezza, e

Le rose di un bianco brillante



I mi do come tocco finale

Dove la libertà odora di Amore

La medaglia a due facce

Ha il pentacolo di amore

Nell’abisso della superficie

Ho insegnato sul Kernel del Kernel



Ella ha pregato nel tempio più grande

In sinergia con il suo rotolarsi

La mia guancia ardente, ha fritto

Lacrime di cristallo trasformate in madreperla

Ho evocato Salamandre

Per spegnere il fuoco

Con il fuoco



La coppa cristallina

Del vino, Divina ad obbedire

Alla mia sete



La saggezza si è avvicinata in

Un vecchio stile



La conoscenza urta

La manifestazione di libertà.



L’amore eterna Signora

Ha entusiasmato il filo di platino

Un arazzo di oracolo

Ha fatto

Si è seduta là ...

L’ho percepita là ...

Ho visto là.



Coloro che ho incontrato nel

Regno delle forme appese

Ho visto i suoi occhi di zaffiro scuro

Che tenevano la bellezza Segreta

Il corpo che si attacca

Tutte le stelle cadute e

Il cuore di lei

che è un sarcofago dei

Segreti, degli eletti



La sua voce è la sinfonia

Del grano dorato a foglia

E il silenzio di una Sibilla

L’argomento scritto in

Una fronte

Ne porta la testimonianza



Ciò che il santo grembo porta

I testimoni sono

Due luci

L’Angelo della sinistra e l’angelo

Della spalla destra



Lei riconosce il sigillo dello

Scalpo di un prodigio,

E doppiamente su e giù capovolti

Triangoli

Nel mio plesso



Lei non è Maria

Lei non è Amina

Lei non è Betsabea



Lei è in un cerchio di curiosità

Sono il quadrato della stabilità

Chi si preoccupa della bocca?

Dell’irascibile



L’enigma è impostato Mandala

La rosa bianca del mio essere

Sanguina l’azzurro

Perché Amo eternamente

Come un pieno di Luna

Incurante dei latrati



Per un quanto di un momento

Io disperdo in coloro che ho incontrato

Essi riconoscono a malapena

La quintessenza dell’ “io”

Essi si limitano a ricordare

Occasionalmente

Il profumo della rosa



Anche questo è per me

Un qualcosa che è sufficiente



Posso solo riposare e

Respirare come un bambino

Segnato con il sigillo

Sulla sua fronte