Poetry is the Act of crystallizing the Fluid of Soul into Word---Poezia është akt i kristalizimit te fluidit shpirtëror në fjalë ©Fahredin Shehu
Friday, September 23, 2011
Thursday, September 22, 2011
Author India
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POETRY
HOME :: September 22, 2011
Under the Peach Tree
Fahredin Shehu
Heaven tore apart
Heart bore rainbow
Soul firms the crystalline
Today lasts the bliss
Amaranthine blooms tomorrow
We awoke dormant hopes
We evoke celestial siblings
We summon uninhabited spirits
Under the Peach tree shade
Sybil plays the lyre and
The strings made of golden hairs
The goat fleece shines
Mild melody ceases every pain
For those who sing and
For those who sing not; equally
For those who hear and have
No flu; enjoying the Jasmine odor
Lavender and Iris embracing
The assembly; under the shade of
The peach tree; collecting
The drops of Beauty;
Tears of eternity in goblets
Made of Amethyst and
The Platinum lid
To seal the liqueur
For the next platoon of Love martyrs
It may be you dear it may be you
And you and you; who drink
This Elixir
All I expect is you open
The bud of your being
So I may put a solely drop
So the clear light of Bliss
Overwhelms and folds
Your innocence; protects it
From the sinner, and
Its permanent malice
http://www.authorindia.com/poetry/under.html
POETRY
HOME :: September 22, 2011
Under the Peach Tree
Fahredin Shehu
Heaven tore apart
Heart bore rainbow
Soul firms the crystalline
Today lasts the bliss
Amaranthine blooms tomorrow
We awoke dormant hopes
We evoke celestial siblings
We summon uninhabited spirits
Under the Peach tree shade
Sybil plays the lyre and
The strings made of golden hairs
The goat fleece shines
Mild melody ceases every pain
For those who sing and
For those who sing not; equally
For those who hear and have
No flu; enjoying the Jasmine odor
Lavender and Iris embracing
The assembly; under the shade of
The peach tree; collecting
The drops of Beauty;
Tears of eternity in goblets
Made of Amethyst and
The Platinum lid
To seal the liqueur
For the next platoon of Love martyrs
It may be you dear it may be you
And you and you; who drink
This Elixir
All I expect is you open
The bud of your being
So I may put a solely drop
So the clear light of Bliss
Overwhelms and folds
Your innocence; protects it
From the sinner, and
Its permanent malice
http://www.authorindia.com/poetry/under.html
The womb of art
It appears that I’m back,
several centuries;
to realize why Farsi poets had such a passion.
It seems I’m here to once again taste
that flavor; where mundane and
divine are delicately spreading; the nuances
as in Isfahan carpets.
It looks like the tune is sending me
as time machine back to the birth of secret
of nightingale to a rose; manifests
at the blast of the moment
It tells that I must come again,
to pass the bridge 33; the resemblance
of Kinvat.
It seems I have word no more,
to compare “Here” and “There”, and
finally got muttered.
Hotel Abbasi
19. 09. 2011.
Isfahan, Iran
Wednesday, September 14, 2011
Le reti Di Dedalus CHECKPOINT POETRY
Anno VI - Estate 2011
FAHREDIN SHEHU
Le mie piogge e i miei venti
Ventosa polvere di stelle
Auguri completamente dispersi
Tu aspetti
Il sacrificio del piccione;
bianco come neon
Lei vola sopra la nostra testa
Costruisce il nido
Per la progenie della Libertà
Ti bacio nel punto
Dove la stella ha sigillato
La pelle avvolta
Per vedere l’invisibile
Il tuo vestito
Un abito pesante
Broccato in oro e platino
Mussola intrecciata con damasco
Dappertutto
Sprigiona profumo di Oud (1)
E infonde una calda brezza orientale
Nel mio corpo occidentale
Vittima della Croce
Qualcuno vuole
Che prevalga la pace nel nostro regno
Qualcuno vuole leggere i miei scritti
Proprio come essi desiderano leggerli
Un qualcosa che vola con leggerezza
Terre davanti alle spiagge
Noi divertiti e sconcertati
Nel sopportare i passati esteriori
Siamo
Silenziosi come una pietra
Eretta nella Terra di mezzo
Ogni tipo di spezie e di specie
Anche anche di pezzi e di fette (2)
Originali e mescolati
Parola per parola
Con infinita gratitudine
Calici di ambrosia
Beviamo in nome del Supremo
Stasera piogge e venti si sono calmati.
(Traduzione di Mario Rigli)
1. L’Oud è uno strumento a corde orientale. Una leggenda araba attribuisce all’oud una storia illustre, che risale alla notte dei tempi, attribuendone l’invenzione a Lamak, nipote di Adamo ed Eva. Secondo gli storici musicali, progenitori dell’oud risalgono all’antico Egitto.
2. Questi due versi: “All kinds of spices and species / Even slices and pieces” per la rima ed il gioco di parole sono di difficile resa in italiano.
Il sorbetto della Divinità
per coloro che ho incontrato
Arbor aveva paura,
Da uno sconosciuto di passaggio
Ho dato da mangiare al canarino mentre
Cantavano all’unisono
Spaventati volarono via
Uno sconosciuto mi si avvicinò
Stavo per svenire
Il terreno cremisi
Fece slittamenti tettonici
Noi abbiamo avuto paura di morire
Essa vive lontano
Eppure lei vive col mio
Respiro e la mia anima
Si irradia nel suo spirito
Essa ricorda il giglio
Che ho portato dal giardino
Della certezza, e
Le rose di un bianco brillante
I mi do come tocco finale
Dove la libertà odora di Amore
La medaglia a due facce
Ha il pentacolo di amore
Nell’abisso della superficie
Ho insegnato sul Kernel del Kernel
Ella ha pregato nel tempio più grande
In sinergia con il suo rotolarsi
La mia guancia ardente, ha fritto
Lacrime di cristallo trasformate in madreperla
Ho evocato Salamandre
Per spegnere il fuoco
Con il fuoco
La coppa cristallina
Del vino, Divina ad obbedire
Alla mia sete
La saggezza si è avvicinata in
Un vecchio stile
La conoscenza urta
La manifestazione di libertà.
L’amore eterna Signora
Ha entusiasmato il filo di platino
Un arazzo di oracolo
Ha fatto
Si è seduta là ...
L’ho percepita là ...
Ho visto là.
Coloro che ho incontrato nel
Regno delle forme appese
Ho visto i suoi occhi di zaffiro scuro
Che tenevano la bellezza Segreta
Il corpo che si attacca
Tutte le stelle cadute e
Il cuore di lei
che è un sarcofago dei
Segreti, degli eletti
La sua voce è la sinfonia
Del grano dorato a foglia
E il silenzio di una Sibilla
L’argomento scritto in
Una fronte
Ne porta la testimonianza
Ciò che il santo grembo porta
I testimoni sono
Due luci
L’Angelo della sinistra e l’angelo
Della spalla destra
Lei riconosce il sigillo dello
Scalpo di un prodigio,
E doppiamente su e giù capovolti
Triangoli
Nel mio plesso
Lei non è Maria
Lei non è Amina
Lei non è Betsabea
Lei è in un cerchio di curiosità
Sono il quadrato della stabilità
Chi si preoccupa della bocca?
Dell’irascibile
L’enigma è impostato Mandala
La rosa bianca del mio essere
Sanguina l’azzurro
Perché Amo eternamente
Come un pieno di Luna
Incurante dei latrati
Per un quanto di un momento
Io disperdo in coloro che ho incontrato
Essi riconoscono a malapena
La quintessenza dell’ “io”
Essi si limitano a ricordare
Occasionalmente
Il profumo della rosa
Anche questo è per me
Un qualcosa che è sufficiente
Posso solo riposare e
Respirare come un bambino
Segnato con il sigillo
Sulla sua fronte
(Traduzione di Pepinno Riso)http://www.retididedalus.it/Archivi/2011/estate/Checkpoint_poetry/1_shehu.htm
Tuesday, September 13, 2011
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