Poetry is the Act of crystallizing the Fluid of Soul into Word---Poezia është akt i kristalizimit te fluidit shpirtëror në fjalë ©Fahredin Shehu
Wednesday, December 23, 2009
Thursday, November 12, 2009
Perkthim ne gjuhen Italiane eshte bere nga Vajada Manjani Keci
La Sema, lo Semasa, La Danza Rituale L’esoterismo e l’arte di Rumi
Di
Fahredin Shehu
fahredin.shehu@gmail.com
oxorcenter@gmail.com
+377 44 255 091
Centro per la promozzione del dialogo interculturale
Pristina
L’Astratto
L’opera di Jelaluddin Rumi, và al di là del atto, al di là della conoscenza, ed al di là del arte, cosi che l’affrontare superficialmente tutta la sua teurgia non potrebbe bastare per capirla. Lui stesso la descrive con la metafora della schiuma e del oceano, oppure con la frase … non chiedere chi sono o da dove vengo, bensì prendi quello che ho in mano ... e quello che lui ha in mano esprime i segni più evidenti dei sigilli angelici, materializzazione del celestiale nel terreno.
L’atto della SEMA inteso come uno sforzo per entrare nel orbita angelica prenderà gran parte di questo lavoro.
Il SEMAZEN , il suo significato, il suo ruolo, il preformare della semasa - danza rituale, la musica come parte complementare della semasa.
I tre livelli della conoscenza; Egsoteria, Mesoteria ed Esoteria nel opera di Rumi, la dinamica della meditazione come contrappunto, come quarta categoria del fenomeno e come terza categoria del’Estetica di Fahredin Shehu.
Classificandolo tra i geni, fa emergere la domanda; se lui appartiene o meno a questa categoria. Il considerarlo o meno tra i profeti, anche se evidentemente non raggiunge i loro livelli. Riguardo a questo mi inoltrerò nel ultima parte riferendomi alla sua arte.
La SEMA
Essa è una parola araba il cui significato è : udire, approfondire; ha un uso esteso nella lingua turca, persiana ma anche in altre lingue occidentali usata proprio per identificare la pratica Sufi, più in specifico nel indicare la danza rituale eseguita da Jelaluddin Rumi .
La sema è una Meditazione Dinamca par excellence, come concetto è stato trattato da Sri Bhagwan Rajneesh OSHO, è stato proprio lui a incorporarla nel programma di meditazione del mattino, a “OSHO” un Commune in
Paoona, India. Cosi fece anche G.I Gurdijeff , si ispirò a Rumi con le sue danze sacrali conosciute come “Gli archi Oum” Quando parliamo della meditazione, ci riferiamo alla profonda riflessione, tale stato contraddice il concetto di meditazione come atto pratico.
La meditazione è uno stato mentale “senza pernsiero” ed il clima nella meditazione si raggiunge quando svaniscono tutti i pensieri. Cosi che la SEMA è un mezzo molto efficace nel raggiungere lo stato di “senza pensiero”.
A questo punto abbiamo a che fare con lo sviluppo del intelligenza intuitiva cosi che l’istrumento usato per questa pratica il quale serve per sofisticare la tecnica è proprio l’arte della musica il quale stimola i centri energetici. Questi nel Tesauf sono conosciuti con il nome di Lataif , fino al grado della Fanà cioè il fondersi con l’essenza di Dio. Per descriverlo, Rumi dedica tutta una poesia nella sua “Mansevia” al calamo Ney il quale viene usato per risvegliare questi centri energetici. Tali centri li possiamo trovare persino nelle pratiche esoteriche della Cabala ebraica, nella tradizione Cinese ed anche in quella della Vedda dei Hindu.
Insieme al vestiario tradizionale, la musica e la prontezza degli iniziati, anche il profumo ha il suo pieno ruolo importante durante la sema. Questi elementi in gran modo influiscono nello stato psico-fisico del uomo.
La simbolica della sema -danza rituale. Ogni instante ogni momento della sema, di questa esibizione spirituale ha la sua simbolica .
La sema è la manifestazione del movimento dei corpi celesti la dove lo Sceikh cioè colui che dirige la Sema il mentore; simboleggia il sole oppure l’asse del sistema dinamico della Galassia, invece i Dervisci, gli iniziati in un movimento circolare simboleggiano i pianeti, cosi ché abbiamo a che fare con una danza celeste di unificazione con il Cosmo.
La testa del danzatore della semasa , si piega a 23°, piegamento identico al asse del pianeta Terra, questo fa si che il liquido del orecchio non si muovi perdendo cosi l’equilibrio. Un piede si mantiene fisso per terra, legato alla gravità, cosi che la linea invisibile verticale tra l’orecchio e la gamba tiene ben saldo il semasa ad non perdere l’equilibrio e cadere.
Anche le mani hanno la loro funzione: quando i palmi della mano sono rivolte una verso il celo e l’altra verso la terra. Una viene dedicata alla luna e l’altra al sole, tutto questo accompagnato con una musica composta appositamente per l’atto della Sema spesso anche vocale.
Questa musica non è il fine ma il mezzo-Lift per passare da uno stato mentale “normale” ad un altro “esaltato”.
Rumi a proposito della Sema dice:
Vedo le acque che sorgono dalle loro fonti
I rami dei cedri, che danzano come i pentiti
Le foglie, come le mani dei musicisti che battono
(Mathnawi, IV, 3265-3268)
Riguardo al movimenti dice:
Ogni cosa si muove
Gli amanti sprofondano nella fonte del amore
Nella fonte di acqua divina
Che hanno scelto
E piangono
E si lamentano
E come pietre di mulino nel cielo
non possono stare nemmeno un secondo in silenzio
Amore …
Amore …
Tu hai riempito l’Universo di tempesta.
Il mio cuore ogni notte cerca una stella
Per non farla fermare un attimo
Come me.
La Sema si pratica dai semasi vestiti di bianco, simbolo della coperta -il Cefin- con cui si coprono i defunti.
Essi sono coperti anche di un caftan nero e largo, il quale simboleggia la tomba, nella testa invece portano un cappello - Sikke alto fatto di qoha (lana lavorata) il quale simboleggia la lapide (pietra mortuaria). Lo Sceikh entra in mezzo a loro, diventando il legame tra il cielo e la terra. Cosi i semasa si aggirano a formare tre cerchi nella Semahan (posto dove si svolge la Sema) simbolo delle tre tappe del avvicinamento a Dio: la tappa della Sapienza, la tappa della Scoperta (Keshf) ed alla fine la tappa del Unificazione (Vusul) salutandosi con lo Sceikh che sta in mezzo sopra un tappeto rosso. A questo punto, i semasa gettano via la veste di caftano nero, gettando via cosi lo stato corporeo mortale per rinascere. Dallo sceikh chiedono il permesso per iniziare la Sema apprendo lentamente le mani al inizio con movimenti lenti a forma di cerchio poi aumentando sempre di più la velocità. La mano destra accoglie l’energia cosmica; la Pietà invece viene accolta dalla sinistra rivolta verso la terra per donarla a lei. Essa è passata tramite i loro cuori, cosi, dopo essere stata riscaldata dal loro amore viene donata alla terra.
Tutto questo viene accompagnato al inizio dal – Kudum- tamburi che sono il simbolo della tromba e del giorno del giudizio accompagnato con il Ney. L’insieme è formato da due semicerchi una delle quali simboleggia l’imprigionamento del anima dalle catene della materia invece l’altro quella del innalzamento verso Dio. Dopo il quarto giro della danza entra in essa lo Sceikh. Lo Semasa simboleggia il sistema solare dove lo stesso Sceikh simboleggia il sole mentre gli altri dervisci ballerini simboleggiano i pianeti. Nei istante in cui lo Sceikh inizia la danza della Sema inizia anche la melodia dello Ney il quale esprime il contempla mento del Unione. Quando lo Sceikh ritorna al suo posto la danza della Sema si interrompe iniziando cosi la recita del Santo Corano, cercando con essa di esprimere la risposta di Dio per i danzatori della Sema. Alla fine si procede al saluto e al invocazione di Dio “HU” perche solo a Lui viene dedicato quest’adorazione.
Riferendosi al Ney, Rumi si esprime con queste parole: “Chiesi allo Ney perche piange, esso mi rispose che lo avevano sottratto dallo Neystan, da allora non puo vivere senza piangere e soffrire.”
Lo scopo della Semasa, è l’unificarsi con Dio (Vusul) attraverso il completo abbandono.
Il Semasa –è la persona che esegue la danza della Sema, si sa che questa è una tecnica molto complicata. La Semasa ha u obbiettivo molto preciso, ed è quello che lo sceih suo mentore arrivi al unificazione con Dio. Il legame Murid e Mushrid , è basato nella totale dedica, abbandono del quale lo guida un Murid di 1001 notte nella Tarika Mewlewi (obbiettivo del quale resta quello del trattamento del ego fino al suo completo svanimento), prima della reale iniziazione esso deve servire in ogni modo tutti i presenti nella sala (tekke: apposita sala della tarika). Dopo di che il Murid deve abbandonarsi completamente agli ordini del Murshid dato che lui conosce a fondo il grado spirituale e l’affinità del Murid cosi che sarà capace a guidarlo al meglio in questa strada non tanto facile bensi difficile e complicata. Il Murshid lo guida in tutte le tappe della crescita spirituale, in questo caso abbiamo a che fare con una scuola speciale volta ad sofisticare lo spirito alla psicologia strettamente individuale.
I tre livelli della conoscenza: Egsoteria, Mesoteria, ed Esoteria
Prima di addentrarci nel opera di Rumi ci soffermeremo brevemente nelle tre categorie epistemologiche, gnoseologiche, conosciute nel Islam come parte del Irfan;
Egsoteria, Mesoteria e l’Esoteria, rispettivamente appartenenti a categorie di gente chiamati anche gli Ahli Zahir, Ahli Batin ed Ehli Keshf. Il linguaggio usato da Rumi nelle sue opere, ed anche da altri come Muhyuddin Ibn Arabi, Ibn Al Farid, Yunus Emre e specialmente Mensur Hallajjit ecc. Questo e stato il linguaggio dei livelli epistemologici il quale non di rado ha avuto fraintendimenti. Tale fu il caso di Tallajji il quale venne castigato per la sua celebre frase: Enne el Hakk-Io sono Il vero, io sono Dio, fatta in uno stato di esaltazione mentale dove il suo ego era fuso nel essenza Divina (Fana Fillah) il quale per lo Zahir (nel aspetto dello Sheria) esprime uno chiaro detto di Shirk (idolatria, paragonare a Dio un compagno nella Sua Potenza) però espresso nella lingua del Batin (nascosto, mistero, celato) esprime il senso del raggiungimento della Fenna (estinzione).
L’opera di Rumi si caratterizza dai suoi livelli di intendimento intesi come Ottavi termine definito da G. I Gurdijjef nella sua opera “ Alla ricerca del miracolo – Citazioni tratte dagli insegnamenti occulti” di Pyotr Damyanovich Ouspensky . Tali concetti risultano essere accessibili sia a dei bambini narrategli come episodi di un racconto che a degli esperti studiosi della materia esoterica di Rumi ( il grado di egsoteria). Lo stesso vale anche per coloro che cercano l’ispirazione nella sua arte letteraria (grado mesoterico) ed per gli altri facenti parte della Tariqqa i quali vanno a cercare il profondo senso e anche la strada del elevazione spirituale tramite la “Mesvevia” di Rumi specialmente nel suo terzo ed quarto volume (grado di esoteria).
Cosi Rumi riesce a creare una meravigliosa sintesi delle diverse categorie della conoscenza e della pratica, “In essa la Spiritualità e l’Etica universale hanno trovato una sana sintesi”
Al inizio di questo saggio menzionammo l’opera di OSHO e la Meditazione Dinamica il quale senza dubbio sorge dal opera di Rumi e dalla tecnica della Sema, è un contrappunto in relazione alla musica, l’atto e il non atto, rispettivamente il ritrovamento dello Zero Assoluto nel essenza della persona. Una simile composizione sinfonica degli atti creativi esprime un contrappunto il quale accerchia l’Opera di Rumi composta da:
• L’atto della scrittura artistica sacrale, trascendentale, Teurgico (attività letteraria);
• L’atto della musica sacrale, (inteso come lo Ney);
• L’atto della meditazione (lo Sema);
• Il trasmettere del impulso cosmico dal orbita celeste a quella terrestre, tutto questo tramite l’Ashk (amore, passione) e di tutto il fenomeno di Rumi.
Trattando il fenomeno Cosmico , ci riferiamo alla trasformazione del’energia Divina in un linea verticale, in un rapporto terrestre per il raggiungimento dei più alti livelli Celesti; poi a quello di addetto- Eulia (che deriva da Weli in arabo amico di Dio)-questo è un grado al di sotto di quello dei Profeti vettore diretto dalla terra verso il celo, invece rapportato ai Profeti questo vettore si trasforma dirigendosi dal celo alla terra, facendo distinzione tra l’Ihlam (Ispirazione) ed il Wahi (Rivelazione Profetica) il quale nel “Estetica dello Nun” si posiziona nei gradi della Sapienza, Atre, Teurgia e della Rivelazione.
In questo modo si esprime la dinamica della meditazione, la Sema, fino al raggiungimento dello Zero assoluto, il punto della meditazione silenziosa, la meditazione assoluta. Lo Zikr-i-Hafi ed lo Zero assoluto sono due estremi dello stesso modello, dello stesso obbiettivo, perché Meditare significa “non fare”.
Spesso ho sostenuto in diverse opere precedenti che …”Ci manca un vocabolario terrestre per questioni Celesti”, Questo aspetto è stato esaurito dallo stesso Rumi tramite la poesia la quale dà la libertà di espressione del occulto, del al di là, la quale nasconde in sé i misteri dei livelli epistemologici e quelli intuitivi del pensiero laterale , logico ed gnoseologico.
L’Arte di Rumi
L’Arte di Rumi è rimasto monumentale, sia nel contenuto nei volumi e nel essenza. Si tratta di uno dei poeti più prominenti di tutti i tempi nella sfera del trascendentale sia in Oriente che in Occidente. Per quanto riguarda l’Islam gran parte delle opere dei Suffisti contengono accenni tratti dalle opere di Rumi, dalla sua epoca e fino ad oggi, non si può fare a meno di pensare che cosi sarà anche nel futuro.
Le opere di Rumi si rivelano essere prospere, qualitative, uniche. Sono accettate largamente da tutte le parti del mondo.
Inizialmente furono commenti del Santo Corano, poi proseguirono i commenti delle opere di Sena, Attar, Ibn Arabi formulate in maniera poetica con una splendida originalità del poeta.
La sua opera più voluminosa contenente trenta sei mila versi si chiama “Diwani Scemsi Tabriz”, principalmente si tratta di liriche dove esprime uno speciale legame con Shemsi Tabriz nella creazione di quest’opera gigante.
Una delle opere senza dubbio più note del autore è la “Mathnawi i Ma’nawi” lavorò su essa per ben dodici anni anche se alla fine rimase un opera incompiuta. L’opera venne scritta per richiesta di Husamedni Qelebi ed è composta da ben ventisei mila versi. Essa ha un carattere didattico al fine di guidare l’iniziato verso un cammino spirituale facendo uso anche delle narrazioni della tradizione Sufi.
Il poeta perso Jami scrive che il “Methnawi” sarebbe il Corano nella lingua Persa. Esso venne tradotto in molte lingue occidentali, lo fecero conoscere soprattutto Whinfield, Profesor R. A. Nicholson, A. J. Arberry, Annemarie Schiemmel, Eve De Vitray Meyerovitch, Camille e Kabir Helminski con le perifrasi di Coleman Barks ecc.
Nella lingua Bosniaca i primi due volumi con i commenti vennero tradotti da Feizullah Hadibairic, invece gli alrti volumi vennero tradotti dalla lingua inglese proprio dai volumi che E.H.Whinfield traduse dal perso.
La terza opera poetica sono le “Rubaijjat”, la quale non riuscirono a divenire popolari come successe con le “Diwani” e “Mathnawi”. Ancora una volta vennero fatte conoscere al Occidente da A.J Arberry.
L’opera prosaica “FIhi ma Fihi” tratta i discorsi più intimi nei diversi aspetti della vita spirituale e della sua personalità, caratteristica questa che non emerge nelle sue opere poetiche. Sono discorsi raccolti dal figlio ed dai murid.
Mekatib è un'altra opera prosaica, la quale è una raccolta delle lettere inviate ai suoi amici tra i quali anche Salah el Din Zarkub. Da esse vengono rivelate aspetti della sua vita privata.
Anche l’opera “Majalis-l sab’ah” è una prosa la quale è composta dalle prediche e dalle lezioni tenutesi nella dergah. Le prediche si rivelano essere dei consigli, esse si distinguono dallo stile di narrazione.
L’influenza di Rumi nelle opere di molti artisti.
Eesso funge da ispirazione permanente non solo nelle opere letterarie ma anche nei saggi di studio, presentazioni artistiche della Sema, senza tralasciare la sua influenza anche nella musica. Nella letteratura, quest’influenza si può notare fortemente nei autori come Muhamed Iqbal e Khalil Gibran, nella pittura si può notare nelle opere di Muhamed Farschian, Istafil Sirche nella caligrafia, Maurice Bejart nel balletto. Si può dire che nella musica la sua influenza è stata molteplice, dalla tradizione della cultura Sufi in Turchia citando qui nomi come Omar Faruk Tekbilek, Ercan Irmak, Kudsi Erguner, Kani Karaca, Ahmet Ozhan, spostandoci in Iran citando nomi come Iran Shahram Nazeri, Shahram Shiva, Muhamed Eghbal, in Israele: Noa. Posiamo trovare anche un esempio di come la musica Sufi viene trasposta nella musica elettronica di Mercan Dede .
Riferendoci a Mercan Dede, il quale palesemente dimostra la sua ispirazione nella opera di Rumi, posiamo dire che con il suo straordinario talento lui è stato capace di presentare la sua arte sia nei strumenti folcloristici che quelli elettronici unificando cosi armonicamente sia il tradizionale che il contemporaneo. Rivelandosi in prima linea nei tentativi di creare l’armonia dal tempo della paura e della violenza nel mondo allo stesso tempo promovendo Rumi al pubblico contemporaneo forse più di quanto hanno potuto fare Prof. Nicholson, Arrbery, Annemarie Shchiemmel, Eve De Vitray Meyerovich, Coleman Barks ecc. con i loro studi, traduzioni delle sue opere e le loro performance. Mercan Dede spesso cita Rumi: se sei da per tutto non sei da nessuna parte, se sei in un posto sei da per tutto , e il mio da per tutto è dentro il mio cuore, termina Dede.
Trecento anni dopo la scomparsa di Rumi, la sua opera continua ad essere una fonte inesauribile nella quale si sono dissetati e si disseteranno molti ricercatori della via Divina sia tramite l’Arte la Fede o la Scienza.
Conclusioni
Nel Epistemologia sacrale degli Hindu esistono tre scuole di pensiero: la scuola del Karma oppure del Opera, la scuola della Diana oppure Sapienza ed la scuola di Bhakta cioè del Amore per arrivare fino alla conoscenza e vicinanza con Dio.
Nel Suffismo tutte queste scuole di pensiero vengono unificate in quel atto santo che si chiama Vita ed in fine il Suffismo termina con il ASHK l’Amore, secondo l’Induismo chiamato Bhakta.
Tra le tante definizioni fatte a Rumi come un grande artista, un profeta, un santo, considero che il migliore tra tutti questi sia quello che lui stesso si e definito nella poesia L’uomo di Dio .:
L’uomo di Dio è:
Felice senza aver bevuto vino
Sazio senza aver mangiato carne,
Stupito di ogni cosa
E che non gli importa del bimish
l’uomo di Dio è:
Il re del tempo-derviscio
è il tesoro tra le macerie
Non è di terra, non è di vento
Non è di fuoco, non è di acqua
Esso stesso è il mare magnanimo
L’uomo di Dio è:
La luna del giardino in primavera
L’uomo di Dio
Diventa saggio dalla verità
Bibliografia:
Rajneesh, Osho, "Meditation": The Art and Ecstasy, Osho Intl, 1992
Meyerovitch, Eve De Vitray, "Rumi i Sufizam", Kaderjsko- Bedevijska Tekija, 1995.
Lahi, Riza, "Molana Xhelaludin Mohamed Molavi RUMI": Ieri sera sussurrai ad una stella..., Fondacioni Saadi Shirazi, 2002
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Exoteric Cycle: Study and Commentaries on the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy” (Vol 1) Agora Books, 1990.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: The Mesoteric Cycle” (Book 2), Agora Books,1992.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Book Three, the Esoteric Cycle”: Study and Commentaries on the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy (Gnosis), Praxis Institute Press,1993.
Shah, Idries, "The Way of the Sufi", Arkana, Pengiun Group, 1990.
Ouspensky, P.D., "In Search of the Miraculous: Fragments of an Unknown Teaching", Harvest/HBJ Book, 2001.
Dunn, Philip, Mascetti, Dunn Manuela, Nicholson, R. A.. "The Illustrated Rumi": A treasury of Wisdom from the Poet of the Soul, Harper San Francisco, 2000.
Khalifah, Abdul Hakim, "The History of Muslim Philosophy": Vol. II ed. M.M. Sharif, Otto Harrosowitz, Weisbaden, 1963.
Whinefield, E.H., abridged and Translated, "Matnavi I Ma’navi": Book III & IV, Maulana Jalalu-‘d-din Muhammad Rumi, 1898, burim në Web dhe New Age Books, 2004.
Nicholson, R.A. "The Mathnawi of Jalaluddin Rumi": Six Volumes, E.J.W. Gibb Memorial Trust New Series, 1925.
Baba, Meher, "Discourses", Sheriar Press, 1995.
(Shehu Fahredin, “Estetica dello NUN”: La prospettiva del estetica teurgica, ed i livelli della creazione letteraria, opera non ancora pubblicata.)
De Bono, Edward, Lateral Thinking, Penguin Books, 1990
Fonti elettronice dal WEB utilizzate per questo studio:
http://www.semazen.net/eng/sp.php?id=3&page_id=1&menu_id=id3
http://www.dar-al-masnavi.org/
http://www.sacred-texts.com/isl/masnavi/
http://www.britannica.com/eb/topic-369314/Mathnawi-of-Jalaluddin-Rumi
http://libraries.theeuropeanlibrary.org/Turkey/treasures_en.xml
http://www.whirlingdervishes.org/whirlingdervishes.htm
http://www.mevlana.net/sema.htm
http://www.mevlana.org/
http://www.khamush.com/
http://www.omphaloskepsis.com/collection/
Di
Fahredin Shehu
fahredin.shehu@gmail.com
oxorcenter@gmail.com
+377 44 255 091
Centro per la promozzione del dialogo interculturale
Pristina
L’Astratto
L’opera di Jelaluddin Rumi, và al di là del atto, al di là della conoscenza, ed al di là del arte, cosi che l’affrontare superficialmente tutta la sua teurgia non potrebbe bastare per capirla. Lui stesso la descrive con la metafora della schiuma e del oceano, oppure con la frase … non chiedere chi sono o da dove vengo, bensì prendi quello che ho in mano ... e quello che lui ha in mano esprime i segni più evidenti dei sigilli angelici, materializzazione del celestiale nel terreno.
L’atto della SEMA inteso come uno sforzo per entrare nel orbita angelica prenderà gran parte di questo lavoro.
Il SEMAZEN , il suo significato, il suo ruolo, il preformare della semasa - danza rituale, la musica come parte complementare della semasa.
I tre livelli della conoscenza; Egsoteria, Mesoteria ed Esoteria nel opera di Rumi, la dinamica della meditazione come contrappunto, come quarta categoria del fenomeno e come terza categoria del’Estetica di Fahredin Shehu.
Classificandolo tra i geni, fa emergere la domanda; se lui appartiene o meno a questa categoria. Il considerarlo o meno tra i profeti, anche se evidentemente non raggiunge i loro livelli. Riguardo a questo mi inoltrerò nel ultima parte riferendomi alla sua arte.
La SEMA
Essa è una parola araba il cui significato è : udire, approfondire; ha un uso esteso nella lingua turca, persiana ma anche in altre lingue occidentali usata proprio per identificare la pratica Sufi, più in specifico nel indicare la danza rituale eseguita da Jelaluddin Rumi .
La sema è una Meditazione Dinamca par excellence, come concetto è stato trattato da Sri Bhagwan Rajneesh OSHO, è stato proprio lui a incorporarla nel programma di meditazione del mattino, a “OSHO” un Commune in
Paoona, India. Cosi fece anche G.I Gurdijeff , si ispirò a Rumi con le sue danze sacrali conosciute come “Gli archi Oum” Quando parliamo della meditazione, ci riferiamo alla profonda riflessione, tale stato contraddice il concetto di meditazione come atto pratico.
La meditazione è uno stato mentale “senza pernsiero” ed il clima nella meditazione si raggiunge quando svaniscono tutti i pensieri. Cosi che la SEMA è un mezzo molto efficace nel raggiungere lo stato di “senza pensiero”.
A questo punto abbiamo a che fare con lo sviluppo del intelligenza intuitiva cosi che l’istrumento usato per questa pratica il quale serve per sofisticare la tecnica è proprio l’arte della musica il quale stimola i centri energetici. Questi nel Tesauf sono conosciuti con il nome di Lataif , fino al grado della Fanà cioè il fondersi con l’essenza di Dio. Per descriverlo, Rumi dedica tutta una poesia nella sua “Mansevia” al calamo Ney il quale viene usato per risvegliare questi centri energetici. Tali centri li possiamo trovare persino nelle pratiche esoteriche della Cabala ebraica, nella tradizione Cinese ed anche in quella della Vedda dei Hindu.
Insieme al vestiario tradizionale, la musica e la prontezza degli iniziati, anche il profumo ha il suo pieno ruolo importante durante la sema. Questi elementi in gran modo influiscono nello stato psico-fisico del uomo.
La simbolica della sema -danza rituale. Ogni instante ogni momento della sema, di questa esibizione spirituale ha la sua simbolica .
La sema è la manifestazione del movimento dei corpi celesti la dove lo Sceikh cioè colui che dirige la Sema il mentore; simboleggia il sole oppure l’asse del sistema dinamico della Galassia, invece i Dervisci, gli iniziati in un movimento circolare simboleggiano i pianeti, cosi ché abbiamo a che fare con una danza celeste di unificazione con il Cosmo.
La testa del danzatore della semasa , si piega a 23°, piegamento identico al asse del pianeta Terra, questo fa si che il liquido del orecchio non si muovi perdendo cosi l’equilibrio. Un piede si mantiene fisso per terra, legato alla gravità, cosi che la linea invisibile verticale tra l’orecchio e la gamba tiene ben saldo il semasa ad non perdere l’equilibrio e cadere.
Anche le mani hanno la loro funzione: quando i palmi della mano sono rivolte una verso il celo e l’altra verso la terra. Una viene dedicata alla luna e l’altra al sole, tutto questo accompagnato con una musica composta appositamente per l’atto della Sema spesso anche vocale.
Questa musica non è il fine ma il mezzo-Lift per passare da uno stato mentale “normale” ad un altro “esaltato”.
Rumi a proposito della Sema dice:
Vedo le acque che sorgono dalle loro fonti
I rami dei cedri, che danzano come i pentiti
Le foglie, come le mani dei musicisti che battono
(Mathnawi, IV, 3265-3268)
Riguardo al movimenti dice:
Ogni cosa si muove
Gli amanti sprofondano nella fonte del amore
Nella fonte di acqua divina
Che hanno scelto
E piangono
E si lamentano
E come pietre di mulino nel cielo
non possono stare nemmeno un secondo in silenzio
Amore …
Amore …
Tu hai riempito l’Universo di tempesta.
Il mio cuore ogni notte cerca una stella
Per non farla fermare un attimo
Come me.
La Sema si pratica dai semasi vestiti di bianco, simbolo della coperta -il Cefin- con cui si coprono i defunti.
Essi sono coperti anche di un caftan nero e largo, il quale simboleggia la tomba, nella testa invece portano un cappello - Sikke alto fatto di qoha (lana lavorata) il quale simboleggia la lapide (pietra mortuaria). Lo Sceikh entra in mezzo a loro, diventando il legame tra il cielo e la terra. Cosi i semasa si aggirano a formare tre cerchi nella Semahan (posto dove si svolge la Sema) simbolo delle tre tappe del avvicinamento a Dio: la tappa della Sapienza, la tappa della Scoperta (Keshf) ed alla fine la tappa del Unificazione (Vusul) salutandosi con lo Sceikh che sta in mezzo sopra un tappeto rosso. A questo punto, i semasa gettano via la veste di caftano nero, gettando via cosi lo stato corporeo mortale per rinascere. Dallo sceikh chiedono il permesso per iniziare la Sema apprendo lentamente le mani al inizio con movimenti lenti a forma di cerchio poi aumentando sempre di più la velocità. La mano destra accoglie l’energia cosmica; la Pietà invece viene accolta dalla sinistra rivolta verso la terra per donarla a lei. Essa è passata tramite i loro cuori, cosi, dopo essere stata riscaldata dal loro amore viene donata alla terra.
Tutto questo viene accompagnato al inizio dal – Kudum- tamburi che sono il simbolo della tromba e del giorno del giudizio accompagnato con il Ney. L’insieme è formato da due semicerchi una delle quali simboleggia l’imprigionamento del anima dalle catene della materia invece l’altro quella del innalzamento verso Dio. Dopo il quarto giro della danza entra in essa lo Sceikh. Lo Semasa simboleggia il sistema solare dove lo stesso Sceikh simboleggia il sole mentre gli altri dervisci ballerini simboleggiano i pianeti. Nei istante in cui lo Sceikh inizia la danza della Sema inizia anche la melodia dello Ney il quale esprime il contempla mento del Unione. Quando lo Sceikh ritorna al suo posto la danza della Sema si interrompe iniziando cosi la recita del Santo Corano, cercando con essa di esprimere la risposta di Dio per i danzatori della Sema. Alla fine si procede al saluto e al invocazione di Dio “HU” perche solo a Lui viene dedicato quest’adorazione.
Riferendosi al Ney, Rumi si esprime con queste parole: “Chiesi allo Ney perche piange, esso mi rispose che lo avevano sottratto dallo Neystan, da allora non puo vivere senza piangere e soffrire.”
Lo scopo della Semasa, è l’unificarsi con Dio (Vusul) attraverso il completo abbandono.
Il Semasa –è la persona che esegue la danza della Sema, si sa che questa è una tecnica molto complicata. La Semasa ha u obbiettivo molto preciso, ed è quello che lo sceih suo mentore arrivi al unificazione con Dio. Il legame Murid e Mushrid , è basato nella totale dedica, abbandono del quale lo guida un Murid di 1001 notte nella Tarika Mewlewi (obbiettivo del quale resta quello del trattamento del ego fino al suo completo svanimento), prima della reale iniziazione esso deve servire in ogni modo tutti i presenti nella sala (tekke: apposita sala della tarika). Dopo di che il Murid deve abbandonarsi completamente agli ordini del Murshid dato che lui conosce a fondo il grado spirituale e l’affinità del Murid cosi che sarà capace a guidarlo al meglio in questa strada non tanto facile bensi difficile e complicata. Il Murshid lo guida in tutte le tappe della crescita spirituale, in questo caso abbiamo a che fare con una scuola speciale volta ad sofisticare lo spirito alla psicologia strettamente individuale.
I tre livelli della conoscenza: Egsoteria, Mesoteria, ed Esoteria
Prima di addentrarci nel opera di Rumi ci soffermeremo brevemente nelle tre categorie epistemologiche, gnoseologiche, conosciute nel Islam come parte del Irfan;
Egsoteria, Mesoteria e l’Esoteria, rispettivamente appartenenti a categorie di gente chiamati anche gli Ahli Zahir, Ahli Batin ed Ehli Keshf. Il linguaggio usato da Rumi nelle sue opere, ed anche da altri come Muhyuddin Ibn Arabi, Ibn Al Farid, Yunus Emre e specialmente Mensur Hallajjit ecc. Questo e stato il linguaggio dei livelli epistemologici il quale non di rado ha avuto fraintendimenti. Tale fu il caso di Tallajji il quale venne castigato per la sua celebre frase: Enne el Hakk-Io sono Il vero, io sono Dio, fatta in uno stato di esaltazione mentale dove il suo ego era fuso nel essenza Divina (Fana Fillah) il quale per lo Zahir (nel aspetto dello Sheria) esprime uno chiaro detto di Shirk (idolatria, paragonare a Dio un compagno nella Sua Potenza) però espresso nella lingua del Batin (nascosto, mistero, celato) esprime il senso del raggiungimento della Fenna (estinzione).
L’opera di Rumi si caratterizza dai suoi livelli di intendimento intesi come Ottavi termine definito da G. I Gurdijjef nella sua opera “ Alla ricerca del miracolo – Citazioni tratte dagli insegnamenti occulti” di Pyotr Damyanovich Ouspensky . Tali concetti risultano essere accessibili sia a dei bambini narrategli come episodi di un racconto che a degli esperti studiosi della materia esoterica di Rumi ( il grado di egsoteria). Lo stesso vale anche per coloro che cercano l’ispirazione nella sua arte letteraria (grado mesoterico) ed per gli altri facenti parte della Tariqqa i quali vanno a cercare il profondo senso e anche la strada del elevazione spirituale tramite la “Mesvevia” di Rumi specialmente nel suo terzo ed quarto volume (grado di esoteria).
Cosi Rumi riesce a creare una meravigliosa sintesi delle diverse categorie della conoscenza e della pratica, “In essa la Spiritualità e l’Etica universale hanno trovato una sana sintesi”
Al inizio di questo saggio menzionammo l’opera di OSHO e la Meditazione Dinamica il quale senza dubbio sorge dal opera di Rumi e dalla tecnica della Sema, è un contrappunto in relazione alla musica, l’atto e il non atto, rispettivamente il ritrovamento dello Zero Assoluto nel essenza della persona. Una simile composizione sinfonica degli atti creativi esprime un contrappunto il quale accerchia l’Opera di Rumi composta da:
• L’atto della scrittura artistica sacrale, trascendentale, Teurgico (attività letteraria);
• L’atto della musica sacrale, (inteso come lo Ney);
• L’atto della meditazione (lo Sema);
• Il trasmettere del impulso cosmico dal orbita celeste a quella terrestre, tutto questo tramite l’Ashk (amore, passione) e di tutto il fenomeno di Rumi.
Trattando il fenomeno Cosmico , ci riferiamo alla trasformazione del’energia Divina in un linea verticale, in un rapporto terrestre per il raggiungimento dei più alti livelli Celesti; poi a quello di addetto- Eulia (che deriva da Weli in arabo amico di Dio)-questo è un grado al di sotto di quello dei Profeti vettore diretto dalla terra verso il celo, invece rapportato ai Profeti questo vettore si trasforma dirigendosi dal celo alla terra, facendo distinzione tra l’Ihlam (Ispirazione) ed il Wahi (Rivelazione Profetica) il quale nel “Estetica dello Nun” si posiziona nei gradi della Sapienza, Atre, Teurgia e della Rivelazione.
In questo modo si esprime la dinamica della meditazione, la Sema, fino al raggiungimento dello Zero assoluto, il punto della meditazione silenziosa, la meditazione assoluta. Lo Zikr-i-Hafi ed lo Zero assoluto sono due estremi dello stesso modello, dello stesso obbiettivo, perché Meditare significa “non fare”.
Spesso ho sostenuto in diverse opere precedenti che …”Ci manca un vocabolario terrestre per questioni Celesti”, Questo aspetto è stato esaurito dallo stesso Rumi tramite la poesia la quale dà la libertà di espressione del occulto, del al di là, la quale nasconde in sé i misteri dei livelli epistemologici e quelli intuitivi del pensiero laterale , logico ed gnoseologico.
L’Arte di Rumi
L’Arte di Rumi è rimasto monumentale, sia nel contenuto nei volumi e nel essenza. Si tratta di uno dei poeti più prominenti di tutti i tempi nella sfera del trascendentale sia in Oriente che in Occidente. Per quanto riguarda l’Islam gran parte delle opere dei Suffisti contengono accenni tratti dalle opere di Rumi, dalla sua epoca e fino ad oggi, non si può fare a meno di pensare che cosi sarà anche nel futuro.
Le opere di Rumi si rivelano essere prospere, qualitative, uniche. Sono accettate largamente da tutte le parti del mondo.
Inizialmente furono commenti del Santo Corano, poi proseguirono i commenti delle opere di Sena, Attar, Ibn Arabi formulate in maniera poetica con una splendida originalità del poeta.
La sua opera più voluminosa contenente trenta sei mila versi si chiama “Diwani Scemsi Tabriz”, principalmente si tratta di liriche dove esprime uno speciale legame con Shemsi Tabriz nella creazione di quest’opera gigante.
Una delle opere senza dubbio più note del autore è la “Mathnawi i Ma’nawi” lavorò su essa per ben dodici anni anche se alla fine rimase un opera incompiuta. L’opera venne scritta per richiesta di Husamedni Qelebi ed è composta da ben ventisei mila versi. Essa ha un carattere didattico al fine di guidare l’iniziato verso un cammino spirituale facendo uso anche delle narrazioni della tradizione Sufi.
Il poeta perso Jami scrive che il “Methnawi” sarebbe il Corano nella lingua Persa. Esso venne tradotto in molte lingue occidentali, lo fecero conoscere soprattutto Whinfield, Profesor R. A. Nicholson, A. J. Arberry, Annemarie Schiemmel, Eve De Vitray Meyerovitch, Camille e Kabir Helminski con le perifrasi di Coleman Barks ecc.
Nella lingua Bosniaca i primi due volumi con i commenti vennero tradotti da Feizullah Hadibairic, invece gli alrti volumi vennero tradotti dalla lingua inglese proprio dai volumi che E.H.Whinfield traduse dal perso.
La terza opera poetica sono le “Rubaijjat”, la quale non riuscirono a divenire popolari come successe con le “Diwani” e “Mathnawi”. Ancora una volta vennero fatte conoscere al Occidente da A.J Arberry.
L’opera prosaica “FIhi ma Fihi” tratta i discorsi più intimi nei diversi aspetti della vita spirituale e della sua personalità, caratteristica questa che non emerge nelle sue opere poetiche. Sono discorsi raccolti dal figlio ed dai murid.
Mekatib è un'altra opera prosaica, la quale è una raccolta delle lettere inviate ai suoi amici tra i quali anche Salah el Din Zarkub. Da esse vengono rivelate aspetti della sua vita privata.
Anche l’opera “Majalis-l sab’ah” è una prosa la quale è composta dalle prediche e dalle lezioni tenutesi nella dergah. Le prediche si rivelano essere dei consigli, esse si distinguono dallo stile di narrazione.
L’influenza di Rumi nelle opere di molti artisti.
Eesso funge da ispirazione permanente non solo nelle opere letterarie ma anche nei saggi di studio, presentazioni artistiche della Sema, senza tralasciare la sua influenza anche nella musica. Nella letteratura, quest’influenza si può notare fortemente nei autori come Muhamed Iqbal e Khalil Gibran, nella pittura si può notare nelle opere di Muhamed Farschian, Istafil Sirche nella caligrafia, Maurice Bejart nel balletto. Si può dire che nella musica la sua influenza è stata molteplice, dalla tradizione della cultura Sufi in Turchia citando qui nomi come Omar Faruk Tekbilek, Ercan Irmak, Kudsi Erguner, Kani Karaca, Ahmet Ozhan, spostandoci in Iran citando nomi come Iran Shahram Nazeri, Shahram Shiva, Muhamed Eghbal, in Israele: Noa. Posiamo trovare anche un esempio di come la musica Sufi viene trasposta nella musica elettronica di Mercan Dede .
Riferendoci a Mercan Dede, il quale palesemente dimostra la sua ispirazione nella opera di Rumi, posiamo dire che con il suo straordinario talento lui è stato capace di presentare la sua arte sia nei strumenti folcloristici che quelli elettronici unificando cosi armonicamente sia il tradizionale che il contemporaneo. Rivelandosi in prima linea nei tentativi di creare l’armonia dal tempo della paura e della violenza nel mondo allo stesso tempo promovendo Rumi al pubblico contemporaneo forse più di quanto hanno potuto fare Prof. Nicholson, Arrbery, Annemarie Shchiemmel, Eve De Vitray Meyerovich, Coleman Barks ecc. con i loro studi, traduzioni delle sue opere e le loro performance. Mercan Dede spesso cita Rumi: se sei da per tutto non sei da nessuna parte, se sei in un posto sei da per tutto , e il mio da per tutto è dentro il mio cuore, termina Dede.
Trecento anni dopo la scomparsa di Rumi, la sua opera continua ad essere una fonte inesauribile nella quale si sono dissetati e si disseteranno molti ricercatori della via Divina sia tramite l’Arte la Fede o la Scienza.
Conclusioni
Nel Epistemologia sacrale degli Hindu esistono tre scuole di pensiero: la scuola del Karma oppure del Opera, la scuola della Diana oppure Sapienza ed la scuola di Bhakta cioè del Amore per arrivare fino alla conoscenza e vicinanza con Dio.
Nel Suffismo tutte queste scuole di pensiero vengono unificate in quel atto santo che si chiama Vita ed in fine il Suffismo termina con il ASHK l’Amore, secondo l’Induismo chiamato Bhakta.
Tra le tante definizioni fatte a Rumi come un grande artista, un profeta, un santo, considero che il migliore tra tutti questi sia quello che lui stesso si e definito nella poesia L’uomo di Dio .:
L’uomo di Dio è:
Felice senza aver bevuto vino
Sazio senza aver mangiato carne,
Stupito di ogni cosa
E che non gli importa del bimish
l’uomo di Dio è:
Il re del tempo-derviscio
è il tesoro tra le macerie
Non è di terra, non è di vento
Non è di fuoco, non è di acqua
Esso stesso è il mare magnanimo
L’uomo di Dio è:
La luna del giardino in primavera
L’uomo di Dio
Diventa saggio dalla verità
Bibliografia:
Rajneesh, Osho, "Meditation": The Art and Ecstasy, Osho Intl, 1992
Meyerovitch, Eve De Vitray, "Rumi i Sufizam", Kaderjsko- Bedevijska Tekija, 1995.
Lahi, Riza, "Molana Xhelaludin Mohamed Molavi RUMI": Ieri sera sussurrai ad una stella..., Fondacioni Saadi Shirazi, 2002
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Exoteric Cycle: Study and Commentaries on the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy” (Vol 1) Agora Books, 1990.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: The Mesoteric Cycle” (Book 2), Agora Books,1992.
Mouravieff, Boris, “Gnosis: Book Three, the Esoteric Cycle”: Study and Commentaries on the Esoteric Tradition of Eastern Orthodoxy (Gnosis), Praxis Institute Press,1993.
Shah, Idries, "The Way of the Sufi", Arkana, Pengiun Group, 1990.
Ouspensky, P.D., "In Search of the Miraculous: Fragments of an Unknown Teaching", Harvest/HBJ Book, 2001.
Dunn, Philip, Mascetti, Dunn Manuela, Nicholson, R. A.. "The Illustrated Rumi": A treasury of Wisdom from the Poet of the Soul, Harper San Francisco, 2000.
Khalifah, Abdul Hakim, "The History of Muslim Philosophy": Vol. II ed. M.M. Sharif, Otto Harrosowitz, Weisbaden, 1963.
Whinefield, E.H., abridged and Translated, "Matnavi I Ma’navi": Book III & IV, Maulana Jalalu-‘d-din Muhammad Rumi, 1898, burim në Web dhe New Age Books, 2004.
Nicholson, R.A. "The Mathnawi of Jalaluddin Rumi": Six Volumes, E.J.W. Gibb Memorial Trust New Series, 1925.
Baba, Meher, "Discourses", Sheriar Press, 1995.
(Shehu Fahredin, “Estetica dello NUN”: La prospettiva del estetica teurgica, ed i livelli della creazione letteraria, opera non ancora pubblicata.)
De Bono, Edward, Lateral Thinking, Penguin Books, 1990
Fonti elettronice dal WEB utilizzate per questo studio:
http://www.semazen.net/eng/sp.php?id=3&page_id=1&menu_id=id3
http://www.dar-al-masnavi.org/
http://www.sacred-texts.com/isl/masnavi/
http://www.britannica.com/eb/topic-369314/Mathnawi-of-Jalaluddin-Rumi
http://libraries.theeuropeanlibrary.org/Turkey/treasures_en.xml
http://www.whirlingdervishes.org/whirlingdervishes.htm
http://www.mevlana.net/sema.htm
http://www.mevlana.org/
http://www.khamush.com/
http://www.omphaloskepsis.com/collection/
Wednesday, November 11, 2009
Monday, October 19, 2009
http://www.balkaninsight.com/en/main/features/20786
Kosovo’s Young Turn to Fortunetellers for Counselling
Pristina | 06 July 2009 | By Shega A'Mula
The Holy book of Islam, the KoranFrom fortunetelling Imams with advice hotlines to mystics who perform prayers to secure good exam results – welcome to the strange world of mysticism which has put Pristina’s young women under a spell.
Caught between tradition and western influences, many are turning to soothsayers for advice and counselling, Balkan Insight can reveal. Shega A’Mula investigated why this section of the population is being pushed towards tarot cards and coffee readings, and discovered how these mystics conjure up a strange mix of folklore and Islam.
“You have been cursed by someone in your family,” the voice on the other end of the phone told me, just minutes into our conversation. “If you would like to get rid of this curse, all we need to do is meet.”
The next day, at the arranged spot near the Mother Teresa statue in Pristina, I spotted a small, mustachioed, middle-aged man in jeans and a polo shirt – it was Hoxha Latifi, a self-proclaimed imam and fortuneteller, whose advice hotline is popular with young Pristina urbanites.
We sat down in a nearby café. He asked me my date of birth and my mother’s name, requested a paper and pen from the waiter, and began scribbling numbers and Arabic script. After a few minutes of calculations, he delivered his diagnosis: I needed to drink blessed water, once a day for five days to rid myself of the curse and to find love. The cost – 35 euro.
Hoxha Latifi is just one of many soothsayers whose services are becoming increasingly popular in Kosovo.
Young, educated women struggling with the everyday travails of growing up, and torn between tradition and western influences, are shunning the psychiatric couch, or the comforting words of a friend, and turning to mysticisms.
At the home of Hajrie, a popular resident of a village near Fushe Kosove, a well-read Koran sits on the coffee table. A gaggle of well-dressed, young women have gathered in her makeshift sitting room, but they are not here to exchange gossip and enjoy a cup of Turkish coffee. They have travelled from across Kosovo to ‘peer into the future’ with the help of the holy book.
For 21-year-old Pristina native Fjolla, a visit to Hajrie, who reads fortunes and summons special prayers using the Koran, means success with her forthcoming exams. For her slightly older sister, Zana, it is a glimpse of her future life with her boyfriend which brings her to this Fushe Kosove suburb.
“She knew everything, and she helped me with all my problems. I’ve even been getting better marks on my exams,” Fjolla told Balkan Insight.
Fjolla and Zana are not the only young Kosovar women seeking the counsel of fortunetellers. A visit to a soothsayer is becoming a regular activity for a growing number of young women, from university students to young high-flying urbanites.
“All of my friends have been to fortunetellers around the country, and they continue to go whenever they have boy trouble or concerns about their family,” a female university student told Balkan Insight.
With a couple of phone calls, Balkan Insight was able to obtain contact details for dozens of fortunetellers from Pristina to Gjakova.
Fortuneteller Lumja in Vranjec, a neighbourhood of Pristina, had a similar throng of young twenty-somethings waiting in her sitting room, sipping Turkish coffee from small cups, which they would later hand over to reveal their supposed destinies in the dark grains.
“I come to see Lumja almost every week. She just knows things, and I like visiting her,” said one young woman waiting in line for a sitting with the fortuneteller.
Tarot reader Turkan, from Vushtrri, has also seen demand for her services grow, and travels to Pristina every Friday to accommodate the needs of the big city dwellers, who cannot make it out to her town on the road to Mitrovica.
“You can call me whenever you like on Fridays. I work from my sister’s hair salon in Pristina because many girls cannot make it to me here,” she said.
Fahredin Shehu, author and a researcher in mysticism and religion, told Balkan Insight that fortunetelling was brought to the Balkans more than 1,000 years ago by Roma travelers. Over the centuries, this ritual fused with Islam, creating what Shehu calls “a mix of mysticism and Islam”.
A void of spiritual influences and a declining interest in Islam may be one of the reasons why young woman are choosing to visit fortunetellers, Shehu believes.
“We have not learned to speak of spirituality within the Albanian language,” he said, adding that “Young woman are looking for help but ending up at the wrong address”.
Kosovo’s emergence from years of communism and repression has opened the door to western ideas and has paved the way for more opportunities for woman than ever before. It has also left some women caught between two worlds without the support network or communal knowledge to know where to turn.
“Young women in Kosovo are now exposed to the way other women are living around the world, and their lives have become more dynamic as well,” said Shehu.
Over 90 percent of Kosovars consider themselves Muslim, whether they practice it or not. However, Imam Driton Morina told Balkan Insight that fortunetelling is firmly forbidden by Islam.
“According to Islam, to be able to tell the future is not a human competency, and is only reserved for God, so it is not allowed,” he said.
Imam Morina added that fortunetellers use aspects of Islam to connect with their clients, who feel comfortable with the religion.
“Using Islam has a psychological affect. There is no way to predict the future with the Koran,” he added.
Leading Sociologist Anton Berishaj tells Balkan Insight that Kosovar society continues to hold negative stereotypes of psychiatry, creating an opportunity for other types of therapy.
“The young, notably young women, according to a backwards tradition, were not viewed positively if they were seen in hospitals or psychiatric wards,” he said, adding that “today, new generations of psychologists do not have enough institutional support to practice their profession”, further contributing to “an institutional vacuum in Kosovar society”.
Berishaj believes that because of fortunetelling’s folkloric background, it is more accepted as an alternative to psychiatric help.
“Young women and men need to renounce the traditions of their great-grandmothers who thought of magic and fortunetelling as the only salvation and cure,” he said.
“A psychologist needs to be seen as a person who helps restore energy, relief, relaxation.”
As one girl visiting Turkan in Vushtrri put it: “It’s not so much believing in what she tells you, but the fact that you can talk freely. It gives you hope.”
While the gift of divination remains questionable to many, Shehu explains that fortunetellers are able to put their clients in a type of trance, in order to better read their emotions and thoughts.
“They hypnotise you and feel your vibrations, that is how they are able to tell you what you are feeling,” he said.
And Hajrie from Fush Kosove appeared able to intercept Balkan Insight’s investigative purposes on a visit to her home.
“Why are you here? You are not here because you believe, but for other reasons,” she said.
http://www.balkaninsight.com/en/main/features/20786
Pristina | 06 July 2009 | By Shega A'Mula
The Holy book of Islam, the KoranFrom fortunetelling Imams with advice hotlines to mystics who perform prayers to secure good exam results – welcome to the strange world of mysticism which has put Pristina’s young women under a spell.
Caught between tradition and western influences, many are turning to soothsayers for advice and counselling, Balkan Insight can reveal. Shega A’Mula investigated why this section of the population is being pushed towards tarot cards and coffee readings, and discovered how these mystics conjure up a strange mix of folklore and Islam.
“You have been cursed by someone in your family,” the voice on the other end of the phone told me, just minutes into our conversation. “If you would like to get rid of this curse, all we need to do is meet.”
The next day, at the arranged spot near the Mother Teresa statue in Pristina, I spotted a small, mustachioed, middle-aged man in jeans and a polo shirt – it was Hoxha Latifi, a self-proclaimed imam and fortuneteller, whose advice hotline is popular with young Pristina urbanites.
We sat down in a nearby café. He asked me my date of birth and my mother’s name, requested a paper and pen from the waiter, and began scribbling numbers and Arabic script. After a few minutes of calculations, he delivered his diagnosis: I needed to drink blessed water, once a day for five days to rid myself of the curse and to find love. The cost – 35 euro.
Hoxha Latifi is just one of many soothsayers whose services are becoming increasingly popular in Kosovo.
Young, educated women struggling with the everyday travails of growing up, and torn between tradition and western influences, are shunning the psychiatric couch, or the comforting words of a friend, and turning to mysticisms.
At the home of Hajrie, a popular resident of a village near Fushe Kosove, a well-read Koran sits on the coffee table. A gaggle of well-dressed, young women have gathered in her makeshift sitting room, but they are not here to exchange gossip and enjoy a cup of Turkish coffee. They have travelled from across Kosovo to ‘peer into the future’ with the help of the holy book.
For 21-year-old Pristina native Fjolla, a visit to Hajrie, who reads fortunes and summons special prayers using the Koran, means success with her forthcoming exams. For her slightly older sister, Zana, it is a glimpse of her future life with her boyfriend which brings her to this Fushe Kosove suburb.
“She knew everything, and she helped me with all my problems. I’ve even been getting better marks on my exams,” Fjolla told Balkan Insight.
Fjolla and Zana are not the only young Kosovar women seeking the counsel of fortunetellers. A visit to a soothsayer is becoming a regular activity for a growing number of young women, from university students to young high-flying urbanites.
“All of my friends have been to fortunetellers around the country, and they continue to go whenever they have boy trouble or concerns about their family,” a female university student told Balkan Insight.
With a couple of phone calls, Balkan Insight was able to obtain contact details for dozens of fortunetellers from Pristina to Gjakova.
Fortuneteller Lumja in Vranjec, a neighbourhood of Pristina, had a similar throng of young twenty-somethings waiting in her sitting room, sipping Turkish coffee from small cups, which they would later hand over to reveal their supposed destinies in the dark grains.
“I come to see Lumja almost every week. She just knows things, and I like visiting her,” said one young woman waiting in line for a sitting with the fortuneteller.
Tarot reader Turkan, from Vushtrri, has also seen demand for her services grow, and travels to Pristina every Friday to accommodate the needs of the big city dwellers, who cannot make it out to her town on the road to Mitrovica.
“You can call me whenever you like on Fridays. I work from my sister’s hair salon in Pristina because many girls cannot make it to me here,” she said.
Fahredin Shehu, author and a researcher in mysticism and religion, told Balkan Insight that fortunetelling was brought to the Balkans more than 1,000 years ago by Roma travelers. Over the centuries, this ritual fused with Islam, creating what Shehu calls “a mix of mysticism and Islam”.
A void of spiritual influences and a declining interest in Islam may be one of the reasons why young woman are choosing to visit fortunetellers, Shehu believes.
“We have not learned to speak of spirituality within the Albanian language,” he said, adding that “Young woman are looking for help but ending up at the wrong address”.
Kosovo’s emergence from years of communism and repression has opened the door to western ideas and has paved the way for more opportunities for woman than ever before. It has also left some women caught between two worlds without the support network or communal knowledge to know where to turn.
“Young women in Kosovo are now exposed to the way other women are living around the world, and their lives have become more dynamic as well,” said Shehu.
Over 90 percent of Kosovars consider themselves Muslim, whether they practice it or not. However, Imam Driton Morina told Balkan Insight that fortunetelling is firmly forbidden by Islam.
“According to Islam, to be able to tell the future is not a human competency, and is only reserved for God, so it is not allowed,” he said.
Imam Morina added that fortunetellers use aspects of Islam to connect with their clients, who feel comfortable with the religion.
“Using Islam has a psychological affect. There is no way to predict the future with the Koran,” he added.
Leading Sociologist Anton Berishaj tells Balkan Insight that Kosovar society continues to hold negative stereotypes of psychiatry, creating an opportunity for other types of therapy.
“The young, notably young women, according to a backwards tradition, were not viewed positively if they were seen in hospitals or psychiatric wards,” he said, adding that “today, new generations of psychologists do not have enough institutional support to practice their profession”, further contributing to “an institutional vacuum in Kosovar society”.
Berishaj believes that because of fortunetelling’s folkloric background, it is more accepted as an alternative to psychiatric help.
“Young women and men need to renounce the traditions of their great-grandmothers who thought of magic and fortunetelling as the only salvation and cure,” he said.
“A psychologist needs to be seen as a person who helps restore energy, relief, relaxation.”
As one girl visiting Turkan in Vushtrri put it: “It’s not so much believing in what she tells you, but the fact that you can talk freely. It gives you hope.”
While the gift of divination remains questionable to many, Shehu explains that fortunetellers are able to put their clients in a type of trance, in order to better read their emotions and thoughts.
“They hypnotise you and feel your vibrations, that is how they are able to tell you what you are feeling,” he said.
And Hajrie from Fush Kosove appeared able to intercept Balkan Insight’s investigative purposes on a visit to her home.
“Why are you here? You are not here because you believe, but for other reasons,” she said.
http://www.balkaninsight.com/en/main/features/20786
Monday, September 28, 2009
Leukemia e fluidit kreativ
Arti i lejon të vërtëtës të gufoj
"Teurgjia i lejon të vërtetës ta shfaq madhështinë e bukurisë së realitetit kosmik".
Tabula Smaragdina ( Rrasa të smagradit)
Në literaturën hermetike janë shumë të njohura Tabula Smaragdina (Rrasa të smagradit) dhe ka disa edicione të Tabulave. Tek unë kanë mbërritur disa dhe më i përshtatshëm për mua është edicioni i Idries Shah.
Pas shumë vitesh Fluidi i shëndoshë kreativ sajoi Tabulat e NUN-it.
Nun-i shtë fillimi i procesit kreativ i cili do të shpaloset në trajta të ndryshme është emri i inteligjencës kosmike, hija Jungiane në planin terrestrial i manifestuar tek ne.
Rrasa Smagradi të NUN-it
• Lindja është fillimi i panumërt
• Qielli flet në gjuhën e Dashnorit
• Dashuria është lart, poshtë, përpara, pas dhe fle në zemër
• Ti je fillimi
• Çdogjë ekziston çdogjë që mendja e merr të gatshme
• Dhimbja shpërblehet me Dashuri
• Lumturia është SEX i përndritur
• Gënjeshtra e zhvesh të vërtetën si dhëndrri nusen
• Transformimi i qumështit në gjak është Alkimi më reale
• Poezia çel në zemër dhe flet si engjëll, si ngjyra e zezë në të bardhën
• Zoti të flet vetëm me Akt
Sepse NUN-i ka më së shumëti të drejtë të flas me tone të tilla që stimulojnë indet e lëmueshme të miokardit të vibrojnë duke prodhuar infra-akustikë.
Në Perendim nga Aristoteli e deri tek De Bono nuk kishte logjikë multidimensionale apo pentaklore. Tek Gurdijjeff hasim në Oktava dhe dështimin e Kantit respektivisht dioptrisë së dobët që t’i vërej oktavat e tij sipas Ouspensky-t nuk ka tonalitet.
Ashtu si prej Aristotelit deri tek Bertold Brecht nuk kishte Dramë asimpatike.
Solomon Renak vëren dy lloje të ndryshme qasjeve dy tendenca të ndryshme. Derisa Egjiptasit e vjetër përgatiten për botën nëntokësore, pas vdekjes, t ë krishterët në epokën Gotike ngriten, ekzaltohen shpirtërisht kah qielli.
Tek ne nuk ka mjellma të Islandës, Bella Hamvasz sakaq më goditi me këto
“ Në Islandë jetojnë një lloj specifik i mjellmave të cilat në mënyrë enigmatike në periudha të caktuara kohore fillojnë të këndojnë- para vdekjes së tyre-thuhet së vdesin duke kënduar.
Obanët Islandez konsiderojnë se ai i cili i dëgjon këto mjellma, do të dijë krejt çka nuk ka ditur dhe do t’i harroj të gjithat që i ka ditur”.
Fakti se nuk kemi libra edicion xhepi flet si këmbanat shumë zëshëm, fakti se lulet kanë çelur e nuk i erëmojmë se jemi ftohur, fakti se reziddumi kreativ të djeg njëlloj si afrimi i epërtë kah dielli, fakti se makulatura letrare si leukocitet e stërrprodhuara e ngulfatin gjakun flet hapshëm për dhunimin e produktivitetit masiv, agresiv.
Një vrrushkull i tillë i krijimtarisë kancerogjene rezulton në shuarjen e diamikës, bukurisë, harmonisë, dhe shëndetit të tërësisë artistike, e si mund të krijohet pa dashuri?
Pa dashuri arti degradohet në zanat,
Si mund të krijohet pa dashuri, çiltëri, sinqeritet?
Me deficit të këtyre arti jeton jetën e mizës, shijon ëmbëlksinë vetëm në cipën e sipërisë.
“Të gjithë e dijmë se personi i mirë mund të jetë artist i keq, por askush nuk do të jetë artist i vërtetë nëse nuk është qenie njerëzore e mrekullueshme dhe poashtu e mirë”- Marc Chagall.
Dhe kjo e Chagall-it na shpie tek Peit Mondrian: “ Secili artist kërkon të arrijë harmoninë nëpërmjet balancit të marrëdhënieve mes vijës, mgjyrës dhe planit. Por vetëm në mënyrën më të pastër dhe më të fuqishme”.
Qëllimisht i përdor thëniet e piktorëve sepse piktura në formën më vizuele reflekton idenë dhe nuk të lë të hamendesh si muzika apo poezia.
Vetëm me dashuri arti krijon harmoni dhe mbishtreson në harmoninë kosmike. Arti krijon një harmoni mbi tjetrën në tendencën e rutinës që të krijoj kaos.
Sepse njeriu është çdogjë pos asaj me të cilën manifestohet. Në artin objektiv spjegon Osho, njeriu ejakulon çiltërsinë më të madhe spermatozoidin kreativ, njëlloj si spermatozoidi është qelizë më fisnike e trupit të njeriut Animus tipik i Jung-ut i cili furishëm kërkonAnima-n për ta formuar Zigotin njëlloj si vepra( Animus) e cila furishëm e kërkon receptuesin ( Anima) për t’u bashkuar në zigot që përkthehet si balanc, harmoni, satisfakcion, vazhdim i llojit.
Pikërisht shija e receptuesit krijon elementalin e ri diçka kosmike, Pëlqimin, diçka me domethënie kryesisht të re, tërësisht virtuale.
Për gjithë këtë duhet të ketë sinkronicitet, impuls kosmik.
Një pemë e emancipuar lulet e saja janë hermaphrodite të kompozuara nga dy sekset; poleni (mashkullore) dhe stigma (femrore). Impuls në këtë rast është esenca, parfumi të cilin e liron lulja për të tërhequr receptuesin, insektin, shpendin( kolibri) që t’i shkund polenët përtë rënë në stigmë e për ta krijuar zigotin( frytin) dhe pas kalbjes së tij edhe farën-vuajtjen- dhimbjen për ta vazhduar llojin, entitetin e ri.
Në Afrikë natyra e pajisi njëlloj specific të bimës e cila për t’i tërhequr kondorët që ta polenizojnë, ajo kundërmon nëmërshë (mishë të kalbur) – impulse këtu është kundërmimi.
Në shumë raste tek artistët fama ose paraja (bruimi i fuqisë) bëhet impuls për të krijuar. Kjondodh në art po jo edhe në Teurgji. Për Teurgjinë nga Iamblichus ( njëri nga katëranorët eshpëllës- shih: Kur’an, Drama e Teufik Al Hakim-it, Danillo Kish) e deri tëk Berdjajev nuk kishte kontinuitet të krijimtarisë apo estetikës teurgjike.
Arti duhet të emancipohet në Teurgji. Është koha. Njerëzimi arriti fazën e pjekurisë.
Se a do të ushqehemime farë (fëstëk, lajthia, nugat, kikiriki) në 1000 vite të ardhëshme mbetet të shihet.
Se a do ta emancipojmë Artin në Teurgji ashtu si e emancipuam zanatin në Art,mbetet të shihet.
Se a do të shërohemi nga leukemia e fluidit kreativ do të mbetet të shihet
Përgjigje në pyetje të tilla mund të jep vetëm Revelata, kështu të përmbyll një cikël, ta bëj një plotëni. Një cikël të ZEN-it.
Apo katërkëndëshin e, erekcionin e vërtetë në artë jo kopie naïve të natyrës dhe deformim sipas Kasimir Malevich.
"Teurgjia i lejon të vërtetës ta shfaq madhështinë e bukurisë së realitetit kosmik".
Tabula Smaragdina ( Rrasa të smagradit)
Në literaturën hermetike janë shumë të njohura Tabula Smaragdina (Rrasa të smagradit) dhe ka disa edicione të Tabulave. Tek unë kanë mbërritur disa dhe më i përshtatshëm për mua është edicioni i Idries Shah.
Pas shumë vitesh Fluidi i shëndoshë kreativ sajoi Tabulat e NUN-it.
Nun-i shtë fillimi i procesit kreativ i cili do të shpaloset në trajta të ndryshme është emri i inteligjencës kosmike, hija Jungiane në planin terrestrial i manifestuar tek ne.
Rrasa Smagradi të NUN-it
• Lindja është fillimi i panumërt
• Qielli flet në gjuhën e Dashnorit
• Dashuria është lart, poshtë, përpara, pas dhe fle në zemër
• Ti je fillimi
• Çdogjë ekziston çdogjë që mendja e merr të gatshme
• Dhimbja shpërblehet me Dashuri
• Lumturia është SEX i përndritur
• Gënjeshtra e zhvesh të vërtetën si dhëndrri nusen
• Transformimi i qumështit në gjak është Alkimi më reale
• Poezia çel në zemër dhe flet si engjëll, si ngjyra e zezë në të bardhën
• Zoti të flet vetëm me Akt
Sepse NUN-i ka më së shumëti të drejtë të flas me tone të tilla që stimulojnë indet e lëmueshme të miokardit të vibrojnë duke prodhuar infra-akustikë.
Në Perendim nga Aristoteli e deri tek De Bono nuk kishte logjikë multidimensionale apo pentaklore. Tek Gurdijjeff hasim në Oktava dhe dështimin e Kantit respektivisht dioptrisë së dobët që t’i vërej oktavat e tij sipas Ouspensky-t nuk ka tonalitet.
Ashtu si prej Aristotelit deri tek Bertold Brecht nuk kishte Dramë asimpatike.
Solomon Renak vëren dy lloje të ndryshme qasjeve dy tendenca të ndryshme. Derisa Egjiptasit e vjetër përgatiten për botën nëntokësore, pas vdekjes, t ë krishterët në epokën Gotike ngriten, ekzaltohen shpirtërisht kah qielli.
Tek ne nuk ka mjellma të Islandës, Bella Hamvasz sakaq më goditi me këto
“ Në Islandë jetojnë një lloj specifik i mjellmave të cilat në mënyrë enigmatike në periudha të caktuara kohore fillojnë të këndojnë- para vdekjes së tyre-thuhet së vdesin duke kënduar.
Obanët Islandez konsiderojnë se ai i cili i dëgjon këto mjellma, do të dijë krejt çka nuk ka ditur dhe do t’i harroj të gjithat që i ka ditur”.
Fakti se nuk kemi libra edicion xhepi flet si këmbanat shumë zëshëm, fakti se lulet kanë çelur e nuk i erëmojmë se jemi ftohur, fakti se reziddumi kreativ të djeg njëlloj si afrimi i epërtë kah dielli, fakti se makulatura letrare si leukocitet e stërrprodhuara e ngulfatin gjakun flet hapshëm për dhunimin e produktivitetit masiv, agresiv.
Një vrrushkull i tillë i krijimtarisë kancerogjene rezulton në shuarjen e diamikës, bukurisë, harmonisë, dhe shëndetit të tërësisë artistike, e si mund të krijohet pa dashuri?
Pa dashuri arti degradohet në zanat,
Si mund të krijohet pa dashuri, çiltëri, sinqeritet?
Me deficit të këtyre arti jeton jetën e mizës, shijon ëmbëlksinë vetëm në cipën e sipërisë.
“Të gjithë e dijmë se personi i mirë mund të jetë artist i keq, por askush nuk do të jetë artist i vërtetë nëse nuk është qenie njerëzore e mrekullueshme dhe poashtu e mirë”- Marc Chagall.
Dhe kjo e Chagall-it na shpie tek Peit Mondrian: “ Secili artist kërkon të arrijë harmoninë nëpërmjet balancit të marrëdhënieve mes vijës, mgjyrës dhe planit. Por vetëm në mënyrën më të pastër dhe më të fuqishme”.
Qëllimisht i përdor thëniet e piktorëve sepse piktura në formën më vizuele reflekton idenë dhe nuk të lë të hamendesh si muzika apo poezia.
Vetëm me dashuri arti krijon harmoni dhe mbishtreson në harmoninë kosmike. Arti krijon një harmoni mbi tjetrën në tendencën e rutinës që të krijoj kaos.
Sepse njeriu është çdogjë pos asaj me të cilën manifestohet. Në artin objektiv spjegon Osho, njeriu ejakulon çiltërsinë më të madhe spermatozoidin kreativ, njëlloj si spermatozoidi është qelizë më fisnike e trupit të njeriut Animus tipik i Jung-ut i cili furishëm kërkonAnima-n për ta formuar Zigotin njëlloj si vepra( Animus) e cila furishëm e kërkon receptuesin ( Anima) për t’u bashkuar në zigot që përkthehet si balanc, harmoni, satisfakcion, vazhdim i llojit.
Pikërisht shija e receptuesit krijon elementalin e ri diçka kosmike, Pëlqimin, diçka me domethënie kryesisht të re, tërësisht virtuale.
Për gjithë këtë duhet të ketë sinkronicitet, impuls kosmik.
Një pemë e emancipuar lulet e saja janë hermaphrodite të kompozuara nga dy sekset; poleni (mashkullore) dhe stigma (femrore). Impuls në këtë rast është esenca, parfumi të cilin e liron lulja për të tërhequr receptuesin, insektin, shpendin( kolibri) që t’i shkund polenët përtë rënë në stigmë e për ta krijuar zigotin( frytin) dhe pas kalbjes së tij edhe farën-vuajtjen- dhimbjen për ta vazhduar llojin, entitetin e ri.
Në Afrikë natyra e pajisi njëlloj specific të bimës e cila për t’i tërhequr kondorët që ta polenizojnë, ajo kundërmon nëmërshë (mishë të kalbur) – impulse këtu është kundërmimi.
Në shumë raste tek artistët fama ose paraja (bruimi i fuqisë) bëhet impuls për të krijuar. Kjondodh në art po jo edhe në Teurgji. Për Teurgjinë nga Iamblichus ( njëri nga katëranorët eshpëllës- shih: Kur’an, Drama e Teufik Al Hakim-it, Danillo Kish) e deri tëk Berdjajev nuk kishte kontinuitet të krijimtarisë apo estetikës teurgjike.
Arti duhet të emancipohet në Teurgji. Është koha. Njerëzimi arriti fazën e pjekurisë.
Se a do të ushqehemime farë (fëstëk, lajthia, nugat, kikiriki) në 1000 vite të ardhëshme mbetet të shihet.
Se a do ta emancipojmë Artin në Teurgji ashtu si e emancipuam zanatin në Art,mbetet të shihet.
Se a do të shërohemi nga leukemia e fluidit kreativ do të mbetet të shihet
Përgjigje në pyetje të tilla mund të jep vetëm Revelata, kështu të përmbyll një cikël, ta bëj një plotëni. Një cikël të ZEN-it.
Apo katërkëndëshin e, erekcionin e vërtetë në artë jo kopie naïve të natyrës dhe deformim sipas Kasimir Malevich.
Nga Krahu i Serafimit
SHIKO!
Shiko në sytë e mi të thellë vetën mrekulli
E shpërlarë me lotë dashnie
Shiko si të bie petalja e trendafilit të bardhë
Në shuplakat e njoma të paprekura
Shiko njerëzit që më shikojnë të përhumbur
Në realitetin e çuditshëm
Shiko si tretem si uji me vetvetën
Se këtu dy nuk ka është një
I ndarë dhunshëm si lumi duke parakaluar
Shiko si treten vitet e kaluara
Për t’u barazuar me vitet tua
Shiko si më tretet përvoja
E plakut të pyjeve të gjelbërta
Për të pushuar në tërësinë qelizore
Të një të riu të thinjur parakohe
Shiko si më rritet çdo bimë
Nga kënaqësia e dehjes sime me dashuri
Shiko në sytë e mi të thellë vetën mrekulli
E shpërlarë me lotë dashnie
Shiko si të bie petalja e trendafilit të bardhë
Në shuplakat e njoma të paprekura
Shiko njerëzit që më shikojnë të përhumbur
Në realitetin e çuditshëm
Shiko si tretem si uji me vetvetën
Se këtu dy nuk ka është një
I ndarë dhunshëm si lumi duke parakaluar
Shiko si treten vitet e kaluara
Për t’u barazuar me vitet tua
Shiko si më tretet përvoja
E plakut të pyjeve të gjelbërta
Për të pushuar në tërësinë qelizore
Të një të riu të thinjur parakohe
Shiko si më rritet çdo bimë
Nga kënaqësia e dehjes sime me dashuri
Nga Krahu i Serafimit
DHE…
Dhe tingulli i puthjeve të gjata
Buzë lumit të vrullshëm gurët tek shpërlante
Me cicërrimat e zogjëve të gëzuar njësoj
Dhe ujë me grushta pimë qafët i shpërlamë
Sërish për t’a ndezur çdo qelizë të lodhur
Prej hallesh e fjalësh torturuese njerëzish
Dhe hapat e vonëshme kur hëna diellin ndrronte
Në shtigjet ku kaluan mijëra të dashuruar
Me vibrime të llojllojshme të të njejtës lumni
Dhe tingulli i puthjeve të gjata
Buzë lumit të vrullshëm gurët tek shpërlante
Me cicërrimat e zogjëve të gëzuar njësoj
Dhe ujë me grushta pimë qafët i shpërlamë
Sërish për t’a ndezur çdo qelizë të lodhur
Prej hallesh e fjalësh torturuese njerëzish
Dhe hapat e vonëshme kur hëna diellin ndrronte
Në shtigjet ku kaluan mijëra të dashuruar
Me vibrime të llojllojshme të të njejtës lumni
Nga Naim Kelmendi
PIKËPAMJE NGA OLIMPI I MENDIMIT SHQIPTAR
Flori Bruqi: Olimpi shqiptar
(Pikëpamje/kritikë/vlerësime/poetikë...)
Fjala e redaktorit
PIKËPAMJE NGA OLIMPI I MENDIMIT SHQIPTAR
Vepra "Olimp shqiptar" është edhe një kontribut tjetër i mendimit intelektual dhe vështrimit, pikëpamjes dhe mendimit kritik, të shkrimtarit dhe publicistit, Flori Bruqi.Autor i shumë veprave, ai na del para lexuesit edhe me këtë vepër në publicisatikë, si çdoherë me veprat e tij në këtë fushë, i arrirë, përmbledhës, i veçuar dhe i shenjuar. Pas veprës paraprake, "Guxim shqiptar",që tek lexuesi shqiptar, si në Kosovë ashtu edhe në Shqipëri, nuk mbeti pa jehonën e vet, tash Flori Bruqi vjen para lexuesit tonë me një tjetër vepër hiç më pak të rëndësishme se kjo që e theksuam.Madje,kjo e tashmja:"Olimp shqiptar",në dukje të parë,mbase nënkuptohet si vazhdimësi e "Guximit shqiptar",por kjo na del disi më e veçuar përnga kuantiteti dhe kualiteti,përnga seleksionimi dhe vizioni conceptual i librit,poashtu dhe përnga tematika dhe përnga seleksionimi i lëndës së këtij libri. Nisur nga botimet elektronike,si tek libri "Guxim shqiptar", në vebfaqen "Floart Press",Flori Bruqi ka ditur të veçojë në këtë vebfaqe letërsi të mirëfillët, polemika të nivelit intelektual e shkencor,shkrime e veçime të tjera nga shumë fusha letrare dhe të publicistikës. Me sajimin e librit "olimp shqiptar" autori sinjifikon një pikë kulmore të asaj lënde që përfshinë brenda kjo vepër dhe, pikërisht këtë synon autori t'ia ofrojë lexuesit. E tërë lënda, kuptohet, më parë e botuar në vebfaqen e njohur "Floart Press", është lëndë e zgjedhur dhe e përzgjedhur nga kritere të mirëfillta letrare, që përbëjnë një prezentim zhanresh të ndryshme, duke u nisur nga poezia, me autorë të zgjedhur shqiptarë, polemika për çështje të veçanta,çështje me tematikë psikologjike, analiza dhe veçime nga letërsia botërore,kuptohet sipas përzgjedhjes së autorit,por edhe autorë e figura të letërsisë, publicistikës dhe jetës buplike shqiptare, që në një formë o në një tjetër, kanë shënuar pika kulmore në jetën dhe dijen shqiptare. Të tilla figura në këtë vepër i gjejmë, nga bota letrare: Esad Mekulin,Azem Shkrelin,Din Mehmetin,Fatos Arapin,Arshi Pipën, Martin Camajn,Anton Pashkun, Agim Vincën,Sabri Hamitin,Besnik Mustafajn,Naim Kelmendin,Abdullah Konushevcin,Fahredin Shehu, Iljaz Prokshin, Albana Lifschin,Rajmonda Moisiu etj,nga ajo studimore si Rexhep Qosjen, Idriz Ajetin, Jup Kastratin,gjithashtu për jetën dhe veprën e nobelistes shqiptare Nënë Terezën,pastaj për figurat madhore të kohës sonë,legjendën e luftës, rezistencës dhe trimërisë shqiptare Adem Jasharin, atë të presidentit historik të Kosovës, Ibrahim Rugovën, atë të shkrimtarit tashmë me famë botërore Ismail Kadare, si dhe mjaftë tema të tjera me interes të veçantë…Edhe me këtë vepër diktohet mëtimi i autorit Flori Bruqi që të seleksionojë kategori,vlera dhe çështje që shenjojnë nivele të arrira në botën e kulturës shqiptare, dhe këtë ai arrinë ta bëjë me sukses, me një shije të hollë dhe të zgjedhur.Me zellin dhe sensin e tij prej intelektuali të kujdesshëm,ai pothuajse i vë shenjën pikante mendimit të analizës letrare,prezentimit,vështrimit,
krijimit,debatit, recensionit dhe shtjellimeve tematike, që ngrit brenda këtyre vështrimeve dhe tematikës në këtë vepër…
Naim Kelmendi,shkrimtar nga Prishtina
posted by AGJENCIONI FLOART-PRESS at 8:47 PD
http://floart.blogspot.com/
Flori Bruqi: Olimpi shqiptar
(Pikëpamje/kritikë/vlerësime/poetikë...)
Fjala e redaktorit
PIKËPAMJE NGA OLIMPI I MENDIMIT SHQIPTAR
Vepra "Olimp shqiptar" është edhe një kontribut tjetër i mendimit intelektual dhe vështrimit, pikëpamjes dhe mendimit kritik, të shkrimtarit dhe publicistit, Flori Bruqi.Autor i shumë veprave, ai na del para lexuesit edhe me këtë vepër në publicisatikë, si çdoherë me veprat e tij në këtë fushë, i arrirë, përmbledhës, i veçuar dhe i shenjuar. Pas veprës paraprake, "Guxim shqiptar",që tek lexuesi shqiptar, si në Kosovë ashtu edhe në Shqipëri, nuk mbeti pa jehonën e vet, tash Flori Bruqi vjen para lexuesit tonë me një tjetër vepër hiç më pak të rëndësishme se kjo që e theksuam.Madje,kjo e tashmja:"Olimp shqiptar",në dukje të parë,mbase nënkuptohet si vazhdimësi e "Guximit shqiptar",por kjo na del disi më e veçuar përnga kuantiteti dhe kualiteti,përnga seleksionimi dhe vizioni conceptual i librit,poashtu dhe përnga tematika dhe përnga seleksionimi i lëndës së këtij libri. Nisur nga botimet elektronike,si tek libri "Guxim shqiptar", në vebfaqen "Floart Press",Flori Bruqi ka ditur të veçojë në këtë vebfaqe letërsi të mirëfillët, polemika të nivelit intelektual e shkencor,shkrime e veçime të tjera nga shumë fusha letrare dhe të publicistikës. Me sajimin e librit "olimp shqiptar" autori sinjifikon një pikë kulmore të asaj lënde që përfshinë brenda kjo vepër dhe, pikërisht këtë synon autori t'ia ofrojë lexuesit. E tërë lënda, kuptohet, më parë e botuar në vebfaqen e njohur "Floart Press", është lëndë e zgjedhur dhe e përzgjedhur nga kritere të mirëfillta letrare, që përbëjnë një prezentim zhanresh të ndryshme, duke u nisur nga poezia, me autorë të zgjedhur shqiptarë, polemika për çështje të veçanta,çështje me tematikë psikologjike, analiza dhe veçime nga letërsia botërore,kuptohet sipas përzgjedhjes së autorit,por edhe autorë e figura të letërsisë, publicistikës dhe jetës buplike shqiptare, që në një formë o në një tjetër, kanë shënuar pika kulmore në jetën dhe dijen shqiptare. Të tilla figura në këtë vepër i gjejmë, nga bota letrare: Esad Mekulin,Azem Shkrelin,Din Mehmetin,Fatos Arapin,Arshi Pipën, Martin Camajn,Anton Pashkun, Agim Vincën,Sabri Hamitin,Besnik Mustafajn,Naim Kelmendin,Abdullah Konushevcin,Fahredin Shehu, Iljaz Prokshin, Albana Lifschin,Rajmonda Moisiu etj,nga ajo studimore si Rexhep Qosjen, Idriz Ajetin, Jup Kastratin,gjithashtu për jetën dhe veprën e nobelistes shqiptare Nënë Terezën,pastaj për figurat madhore të kohës sonë,legjendën e luftës, rezistencës dhe trimërisë shqiptare Adem Jasharin, atë të presidentit historik të Kosovës, Ibrahim Rugovën, atë të shkrimtarit tashmë me famë botërore Ismail Kadare, si dhe mjaftë tema të tjera me interes të veçantë…Edhe me këtë vepër diktohet mëtimi i autorit Flori Bruqi që të seleksionojë kategori,vlera dhe çështje që shenjojnë nivele të arrira në botën e kulturës shqiptare, dhe këtë ai arrinë ta bëjë me sukses, me një shije të hollë dhe të zgjedhur.Me zellin dhe sensin e tij prej intelektuali të kujdesshëm,ai pothuajse i vë shenjën pikante mendimit të analizës letrare,prezentimit,vështrimit,
krijimit,debatit, recensionit dhe shtjellimeve tematike, që ngrit brenda këtyre vështrimeve dhe tematikës në këtë vepër…
Naim Kelmendi,shkrimtar nga Prishtina
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